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Aprire un e-commerce (seconda parte)?

Sun Tzu, autore del grande libro “L’arte della guerra” scrive:

“Le persone dovrebbero sempre seguire una strategia. Quelli che seguiranno la strategia sopravvivranno, gli altri periranno”.

Anche il nostro e commerce dovrà dotarsi di una strategia. Non importa se il progetto è grande o piccolo, tutti i siti di commercio elettronico hanno gli stessi obbiettivi e gli stessi problemi, ossia: aumentare le vendite e resistere alla concorrenza, ma i modi per raggiungerli sono diversi e personalizzati. Qui di seguito vi indicherò alcuni dei consigli più generici, ma per un consulto gratuito ottimizzato sulla vostra azienda o su come aprire un e-commerce a Siena e/o in Toscana non esitare a contattarci attraverso la nostra pagina di contatti.

Dicevamo: “Come si comincia?” Aprire un e-commerce significa partire da zero. A parte alcuni casi fortunati, nel momento in cui ci presentiamo al mondo con il nostro commercio elettronico, siamo dei perfetti signor nessuno. Nessuno sa cosa vendiamo, nessuno sa niente della nostra affidabilità e onestà, nessuno vuole acquistare i nostri prodotti, specie se li può trovare su altri e-commerce. Il primo consiglio, quindi, è quello di pianificare  una strategia che ci ponga all’attenzione degli utenti.
Questa strategia deve essere sviluppata su più piani contemporaneamente, tenendo conto che un negozio di abbigliamento ha esigenze diverse da un fotografo e che, soprattutto, anche due negozi uguali hanno maniere differenti di proporsi ai clienti, secondo la personalità e le idee del proprietario.

 

e-commerce siena giusto pubblico

1° passo: Farsi conoscere dalle persone giuste.

Cosa significa? La promozione online del nostro e-commerce ha dei costi (che accennerò in seguito e a cui dedicherò un articolo a sè stante), così come ne avrebbe una promozione offline (manifesti, depliant, pubblicità radio o tv e volantini…) con la differenza che noi, in questo caso possiamo individuare le persone che vanno a vedere la nostra pubblicità. Le piattaforme digitali ci permettono di selezionare (attraverso i dati che più o meno consapevolmente gli utenti lasciano in rete) diverse tipologie di utenti, individuandone gruppi e caratteristiche (teoricamente, più è personalizzato il messaggio e più avrà successo). Un esempio: Noi vogliamo vendere prodotti innovativi per la coltivazione della vite. Il nostro target sarà: agricoltori, età tra i 30 e i 50 anni, interessati alla tecnologia in aree a forte sviluppo vitivinicolo come Toscana, Piemonte… È fondamentale individuare il nostro pubblico di riferimento perché questo è il nostro punto di partenza per creare messaggi sempre più personalizzati. Riprendendo l’esempio di prima un messaggio pubblicitario mandato ad un coltivatore toscano potrebbe essere personalizzato con immagini della campagna intorno a Siena, mentre quelli visibili dagli utenti piemontesi potrebbero avere testi relativi alle Langhe. In questo modo i miei soldi spesi in pubblicità servono per parlare in maniera corretta agli utenti giusti. Se faccio vedere la pubblicità delle mie “spollonatrici” ad una pensionata di 75 anni che vive in un quartiere di Bari, ho grosse possibilità che i miei soldi siano sprecati.

 

e-commerce siena facebook esempio

2° passo: Utilizzare i mezzi che internet ci mette a disposizione  per arrivare al pubblico che abbiamo definito.

Quali sono le strade per farsi conoscere una volta che ho deciso di aprire un e-commerce? Quali di queste sono a pagamento e quali invece no (ma richiedono più lavoro, pazienza, tempo e capacità)?

La scaletta è :

a) Creare delle pagine efficaci sui social.
La parola che fa la differenza è proprio “efficaci”. Efficace significa che la pagina deve essere costruita ed avere una serie di contenuti che abbiano la capacità di conquistare l’utente e convincerlo a seguirci. Una pagina fatta e buttata lì con qualche dato di contatto e qualche foto di prodotti non è assolutamente efficace, ma, anzi, è deleteria, perché l’utente che arriva su di una pagina non curata, non solo non ci darà il like subito (e quindi porta a zero le possibilità di acquistare sul nostro e commerce), ma non ci considererà più. Ce lo siamo bruciato. ATTENZIONE: i social sono un luogo d’intrattenimento. Non si va su Facebook a cercare un paio di pantaloni. Sui social noi ci costruiamo un’immagine che marginalmente riporta alla nostra attività di vendita, ma che in realtà è lì per conquistare l’utente con le nostre idee e la nostra capacità di proporle. Se vogliamo vendere, allora questo deve passare dalle campagne a pagamento e non dalla nostra pagina.

b) Individuare le parole chiave per essere trovati sui motori di ricerca.
Quando noi cerchiamo un prodotto su Google, al 90% cliccheremo su di uno dei risultati in prima pagina. Dovremo per questo ottimizzare il sito in modo che, quando un utente digita quella parola chiave, noi possiamo essere in quella prima pagina (o almeno nei pressi). Capire quali sono le parole chiave è un passo decisamente importante, perché dovremo determinare quali sono quelle che calzano meglio la nostra attività. Un esempio: se io vendo “ciabatte di feltro” probabilmente, se lo digito su Google, avrò una prima pagina di risultati già occupata da siti più “autorevoli” del mio. Individuare le parole chiave giuste significa quindi trovare quelle che identifichino meglio la mia offerta. Per esempio “ciabatte di feltro fatte a mano” oppure “ciabatte di feltro toscane” se il mio e-commerce ha base a Siena. Questo mi seleziona il pubblico e mi permette di presentare il mio shop a persone realmente interessate. Ovviamente una volta determinate le parole chiave, queste vanno sistemate nel sito.

c) Aprire una scheda Google MyBusiness.
È un mezzo alternativo per farsi trovare da un pubblico locale che cerca un certo negozio nella propria zona di riferimento. Se il mio target è locale questo diventa fondamentale.

d) Cerca online i forum o i siti dove si parla del tuo tipo di prodotto.
Andiamo a caccia di influencers. Utilizzando le parole chiave che abbiamo trovato (anche quelle meno specifiche), è possibile (utilizzando degli strumenti adatti) individuare quali sono i siti o i blog dove si parla di del prodotto che vogliamo vendere. Una volta individuati, possiamo vedere come entrare in contatto con loro e partecipare alle discussioni, presentando i nostri prodotti nella maniera giusta senza farsi cacciare via per Spam. Questa attività è la più faticosa, ma è importantissima, perché si riesce ad entrare in un ambito dove tutti gli utenti sono interessati a quell’argomento, argomento che riguarda il nostro e-commerce.

e) Portare traffico verso il sito.
La maniera più rapida per ottenere traffico sul sito è quella di andare a catturarla attraverso le campagne a pagamento di Google e Facebook (Instagram). Se il risultato è lo stesso (più gente sul sito), la base da cui partiamo è completamente diversa, perché è diverso l’utilizzo che si fa di Google e dei social network. Google è il mezzo con cui noi cerchiamo quello che ci serve (informazioni e prodotti), i social invece sono puro intrattenimento. Su Google la mia attenzione è alta, sui social è bassissima. Dovremo, quindi, pensare i nostri annunci in base a questo (su Google sono quelli che si posizionano nelle prime posizioni, mentre su Facebook, per esempio, possono posizionarsi, sia nella colonna di destra, che in mezzo alla bacheca). Gli annunci di Google dovranno, nei pochi caratteri che ci sono a disposizione, colpirci per l’attinenza a quello che stiamo cercando. Se io cerco una piastra per capelli, l’annuncio mi deve dire brevemente le caratteristiche e il prezzo (meglio se scontato). Sui social invece devo creare un messaggio grafico che interrompa il mio scorrimento verticale della bacheca e che vada a intercettare un bisogno che non ho espresso direttamente. Questi tipi di pubblicità hanno un costo che viene pagato alla piattaforma (Google, Facebook…) e che dipende dal tipo di annuncio che ho fatto (si paga per visualizzazione, per clic…). Per capire a che tipo di costi si va incontro, diciamo che un clic su Facebook ha un costo medio di 0,10/0,30 centesimi, mentre su Google (che mi dovrebbe dare un clic da un utente più interessato al prodotto) è qualche decina di centesimi in più (per entrambi dipende dalla combinazione di diversi fattori). Questo comporta che, in un giorno nel quale ho pianificato di spendere 10 euro, io posso avere circa 50/80 visite in più al sito . Questo, per un sito appena pubblicato, non è poco.
ATTENZIONE: se non si riesce a dare una continuità attraverso i social, attraverso le ricerche su Google o attraverso i collegamenti da altri siti o blog e ci si affida solamente alle campagne a pagamento, c’è il rischio di vedere il nostro budget promozionale esaurirsi molto velocemente senza ottenere risultati soddisfacenti.

 

In conclusione, per aprire un e-commerce è necessario tenere in considerazione molti aspetti che vanno oltre alla creazione del  sito. Un e-commerce non supportato da un’attività di marketing è destinato a fallire in breve tempo. Se la vostra intenzione è quella di tentare questa strada per riuscire ad aumentare il vostro fatturato, non esitate a contattarci tramite il form, saremmo lieti di darvi la nostra consulenza.

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