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Aprire un e-commerce (prima parte)?

Aprire un e-commerce è ancora una scelta possibile?

Una decina di consigli prima di pensare di aprire il tuo commercio elettronico (parte prima)

Il commercio elettronico è stato il grande miraggio di tutti gli anni 2000. In una pubblicità di inizio millennio, sulla scia dell’esplosione della new-economy, un pastore cagliaritano esultava per l’ordine dall’estero di una partita del suo pecorino cheese, invitando così alla prima alfabetizzazione digitale del paese.
È bastato che gli italiani prendessero fiducia nei pagamenti online e per gli acquisti è stato boom. Allo stesso tempo sono fioriti migliaia di e-commerce pronti a cavalcare questa novità, che invece sono rimasti inoperativi e inutili dal momento della loro messa on line fino alla loro chiusura. Tutto questo mentre gli esperti prevedono che il volume d’affari degli e-commerce mondiale supererà presto i 2 mila miliardi di euro.

Cosa è successo, quali sono i motivi per cui molti ci provano e tanti falliscono? C’è speranza per chi parte da zero?

Il commercio, così come tante altre attività umane, non è certo una scienza del tutto esatta, talvolta anche fare tutto secondo teoria può portare scarsissimi risultati e ogni tanto anche un’impresa nata per caso può capitare che abbia successo (molto di rado e, in assenza di professionalità, per breve periodo).
Però perché partire con il piede sbagliato? Perché non sfruttare l’esperienza di quelli che purtroppo hanno pagato caro la loro improvvisazione?

Ho raccolto qui sotto alcuni consigli che spaziano su un ampio fronte, cercando di affrontare gli aspetti più controversi e utilizzando un linguaggio semplice, che spero possa essere di aiuto per tutti quelli che hanno pensato di aprire un e-commerce.

aprire un e-commerce

Aspetti tecnici per aprire un e-commerce:

1) Acquistare un dominio (l’indirizzo del sito), che rappresenti al meglio il nostro tipo di business e che sia chiaro per l’utente.

Quando ci si presenta sul mercato siamo dei perfetti signor nessuno. Il nome del nostro marchio, pur bello che sia e incorniciato da un logo spettacolare, non dice niente a nessuno, né tantomeno invita ad acquistare. Gli utenti conoscono i marchi famosi, quelli che riconoscono dalle pubblicità. Il nostro non lo conosce nessuno e quindi, per far capire chi siamo, specialmente se il nostro e-commerce parte con un piccolo budget, è meglio inserire nel dominio una parola chiave importante che rappresenti il nostro business. Non ci preoccupiamo se il nome, che avevamo faticosamente pensato, viene leggermente sfigurato. L’utente lo troverà pulito all’interno, con il logo e tutto il resto.
Un esempio: se abbiamo un negozio che si chiama ABCD e vendiamo camicie, un dominio utile potrebbe essere www.abcdcamicie.it oppure www.camiceriaartigianaleabcd.it. Se addirittura abbiamo anche una zona di vendita preferita (Firenze e provincia) possiamo anche pensare di aggiungere il nome della zona che ci interessa tipo www.abcdcamiciefirenze.it

2) Non fatevi fare il sito dal nipote che ci capisce di computer.

Un euro speso con un professionista competente vi farà risparmiare dieci euro di rimessa a punto di un e-commerce fatto a metà e che non funziona. Un giorno speso con un professionista vi farà risparmiare mesi di attesa perché il sito sia online. Detto questo non vi abbandonate nemmeno tra le braccia del primo che millanta esperienze che non ha. Un professionista serio non vi confonde con termini che non comprendete, ma riceverete indicazioni e consigli semplici da capire, da lui otterrete un calendario preciso dei tempi di sviluppo, avrete test di funzionamento reali sui pagamenti e sul calcolo dei costi di spedizione. Potrete senza problemi pensare di fare il sito in più lingue e soprattutto vi guiderà nel realizzare un sito semplice, che aiuti l’utente a concretizzare il suo desiderio d’acquisto. Pensate che secondo le statistiche meno di 1 utente su 100 che visitano un sito di e-commerce alla fine compra qualcosa, quindi se il sito non ha una navigazione chiara, se l’utente non capisce come acquistare, se si vedono messaggi di errore… la statistica va tranquillamente verso lo zero.

3) Non si reinventa la ruota.

Non pensate di arrivare sul mercato con idee rivoluzionarie in termini di grafica, metodi di vendita o altro. È giusto informarsi su cosa fanno gli altri ed essere a modo nostro originali, ma tenete conto che nel mondo ci sono capannoni pieni di persone che cercano idee vincenti per essere meglio degli altri e se la tua idea ancora non è stata utilizzata, una ragione ci sarà. Gli utenti poi hanno assimilato un processo di vendita che nel tempo si è standardizzato e che serve a conquistare la loro fiducia. Gli utenti voglio arrivare in pochi clic alla scheda prodotto, poterne leggere le caratteristiche più importanti, vedere delle belle foto zoomabili, vogliono soprattutto avere rassicurazioni sui metodi di pagamento (i loghi di PayPal e delle carte di credito devono essere sempre visibili in ogni pagina), deve essere sempre ben visibile un collegamento alle condizioni di vendita e infine vogliono avere una politica di prezzi chiara senza costi nascosti, specie sulle spedizioni.

4) Anche un’e-commerce ha la sua burocrazia.

Il fatto di non avere un luogo fisico dove commerciare non fa del vostro e-commerce un qualcosa libero da ogni impiccio burocratico e fiscale. Se viene costituita una società, potrebbero occorrere un notaio e un capitale sociale, poi serve l’iscrizione alla Camera di Commercio (tramite ComUnica) e l’avvio di attività al SUAP del vostro comune (con una Segnalazione certificata di inizio attività). Anche l’Agenzia delle Entrate vuole sapere qualcosa di voi (indirizzo del sito, posta elettronica, dati del server su cui avete caricato il sito…). Se poi prevedete di vendere anche oltre confine, occorre anche l’iscrizione al VIES ossia l’Archivio informatico per le tasse sui consumi (in Italia l’IVA).

5) Non sottovalutare il discorso della logistica.

Diversi e-commerce si sono trovati a mal partito nel momento in cui si sono accorti che se il web è immateriale e le merci non lo sono, quindi occorre pianificare molto attentamente il discorso magazzino e quello spedizioni. Si deve puntualizzare attentamente gli accordi con i fornitori, avere un luogo adatto allo stoccaggio del tuo prodotto (se poi è un prodotto alimentare allora è ancora più complicato), definire i metodi di imballaggio e di spedizione con il corriere che ti è più comodo e conveniente. Tutti questi aspetti sono importanti tanto quanto il prodotto che si commercializza. Sottovalutare certi aspetti può significare anche migliaia di euro di rimessa per un pacco non consegnato o rimborsato, perché spedito incorrettamente o non spedito affatto. Tutto questo va pianificato e organizzato il prima possibile perché anche il sito risentirà delle decisioni prese in questa fase.

foto aprire e-commerce

Nel prossimo articolo affronteremo altri 5 punti nei quali vedremo come avviare l’e-commerce dal punto di vista del marketing, della promozione e della pubblicità del nostro sito

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