Autore: Admin
Una app per la tua azienda.
Smartphone, tablet, phablet, computer portatili sono tra le mani di tutti. La necessità che abbiamo di avere ogni informazione pienamente disponibile in qualsiasi momento, fa sì che risulti veramente difficile il trovarci in giro sprovvisti di qualsivoglia strumento tecnologico.
È uno scenario abbastanza inquietante, ma non possiamo negare che sia la realtà di tutti i giorni.
Come è possibile aiutare le aziende a sfruttare questa situazione per distribuire il proprio marchio?
Se per il sito web, se non si realizza una corretta campagna di posizionamento, si rischia di non generare la giusta quantità di traffico e di avere troppa concorrenza; una alternativa è la realizzazione di una App.
Ma una App può essere utile per il tuo business?
Innanzitutto diamo una definizione di App. Questo termine sta per applicazione, ossia è un piccolo programma che, installato per esempio sul nostro smartphone svolge una funzionalità specifica. Facciamo degli esempi.
Ci sono App che una volta attivate servono per prenotare un servizio, oppure ti guidano come un navigatore verso un luogo specifico, oppure ti avvertono se nelle vicinanze c’è qualcosa che può interessarti, oppure ti danno, più semplicemente delle informazioni. Le possibilità sono infinite e si ottengono combinando internet, il GPS e altri strumenti del tuo smartphone come il sensore di posizione o l’accellerometro…
Una volta realizzare App poteva essere un’idea riservata solo ai grandi marchi e alle grandi aziende. In realtà i costi si sono molto ridotti nel tempo ed è possibile costruire dei piccoli progetti veramente molto funzionali e simpatici, che diventano un veicolo fenomenale per la tua azienda, qualunque sia la sua grandezza.
Sono molto interessanti perché:
- come dicevo all’inizio, la diffusione degli smartphone o tablet per Android e iOS è così capillare che potenzialmente tutti potrebbero avere un collegamento diretto con la tua azienda;
- una volta trovata la funzionalità più adatta al tuo business, la App può soddisfare le esigenze della tua clientela, conquistando la loro fiducia e aiutandola a rivolgersi direttamente alla tua azienda;
- fondamentalmente realizzare una App potrebbe aiutarti a gestire meglio la tua azienda, portando sugli strumenti mobile programmi che usi abitualmente in azienda tramite una postazione PC fissa;
- una App può aiutarti a raggiungere un pubblico che non ti conosce. Se la App è ben pubblicizzata e offre una funzionalità d’interesse generale, si possono raggiungere anche utenti che non sapevano della tua esistenza;
- una App può aumentare il coinvolgimento dei tuoi clienti attuali; puoi presentare loro offerte personalizzate, creare fidelity card o altre iniziative che costantemente ricordino il tuo marchio.
Per raggiungere tutti questi obiettivi, la fase di progettazione diventa, senza dubbio, la fase più importante. In essa si individuano le effettive necessità dell’azienda e le funzionalità da inserire nella App in modo che l’utente la scarichi e soprattutto non la disinstalli.
La fase successiva ovviamente deve essere affidata ad un team di sviluppatori, che riescano a trasformare il progetto in realtà, assicurando all’utente una piena efficienza della App senza problemi o intoppi che pregiudichino il progetto.
La G.P. Comunicazione con sede a Siena in via Fiorentina 56, garantisce entrambe le fasi grazie all’esperienza pluriennale, sia nella consulenza al cliente, che nello sviluppo. Se hai un’idea o se vorresti sapere come la tua azienda potrebbe avere vantaggio dalla realizzazione di una App, compila il form nel piè di pagina e riceverai la nostra consulenza professionale del tutto gratuita o visita la nostra pagina dedicata alle App.
Il posizionamento del tuo sito.
Cosa si intende per posizionamento, cos’è la SEO?
Con S.E.O. si intende Search Engine Optimization, ossia tutte quelle pratiche che servono affinché un sito web possa essere trovato dai motori di ricerca per parole e frasi pertinenti a ciò che il sito offre.
Detto così sembra abbastanza semplice, ma non lo è, anzi in realtà è un’operazione piuttosto laboriosa, perché fondamentalmente ci sono due fattori che ci remano contro.
1) in questo momento online ci sono oltre 1 miliardo di siti;
2) i posti che contano in una ricerca sono i primi 10 (al massimo 20 se siamo ottimisti).
I tre passi fondamentali
Facciamo un esempio: supponiamo di aver appena realizzato il mio nuovo sito, dove presento il mio laboratorio nel quale produco sedie impagliate. Potrei, giustamente, essere interessato a comparire nelle prime posizioni a seguito di una ricerca su Google per “sedie impagliate”.
Facendo una prova, vedo che i siti che secondo Google sono degni di essere considerati per questa ricerca sono 86.000. Questa cifra ci consiglia di iniziare a pensare a quali possono essere le “parole chiave” che mi interessano di più e cercare di lavorare sul posizionamento del mio sito solo su quelle.
“Sedie impagliate” è una parola chiave che mi interessa? È importante per la mia attività economica che il mio sito sia posizionato su di un termine così generale (praticamente al livello nazionale)? Sono in grado io di soddisfare un eventuale cliente di Gorizia che ha visto le mie sedie online? Sarebbe magari più interessante che fossi trovato per “Sedie impagliate Toscana” oppure “Sedie impagliate Siena” (si parla in termini generali, non considerando la geolocalizzazione che Google automaticamente usa in caso di local business).
Oltre a questo potrei avere interesse ad altre keyword, come “Sedie da cucina” oppure “Arredamento agriturismo”, ma anche “Sedie in paglia”…
Ovviamente ci sono delle statistiche che mi dicono che “Sedie impagliate colorate” è stato ricercato da 100 a 1.000 volte in media negli ultimi dodici mesi, mentre “Sedie di legno arte povera” mai. È necessario quindi scegliere delle parole chiave e scartarne altre, perché prevedere di coprire tutte le parole chiave possibili è un impegno piuttosto pesante in termini di tempo e di denaro.
Un’altra categoria di parole chiave su cui puntare meno (oltre a quelle mai ricercate) è sicuramente quelle per cui i primi dieci/venti posti in classifica sono tutti occupati da siti che hanno una notorietà troppo elevata. Se digito la mia parola chiave, per esempio “Cellulari” e nei primi posti c’è Wikipedia, Amazon, Unieuro, Eprice… è meglio cambiare strada. In internet non esiste che Davide vinca contro Golia, è meglio guidare Davide in modo che eviti Golia e riesca ad avere lo stesso ottimi risultati.
Quindi il primo passo è quello di FARE UNA LISTA DELLE PAROLE CHIAVE, restringerne il numero, eliminando quelle non utili o troppo concorrenziali.
A questo punto è necessario realizzare i contenuti.
Se Google arrivasse a pensare di proporre il mio sito come uno dei migliori per una determinata parola chiave, non lo farebbe di certo per la bellezza della grafica, per il font utilizzato o perché c’è un effetto speciale quando carichi la pagina. Assolutamente no. Lo fa solo per i contenuti che il mio sito contiene.
Se il mio sito parla di queste famose sedie impagliate e il contenuto della pagina che ne tratta è composto da tre righe di testo scritto di fretta, non posso andare a letto tranquillo. Il mio sito non verrà mai trovato da nessuno. Google ha bisogno di fornire ai suoi utenti dei risultati che soddisfino le loro necessità nella maniera più completa possibile. Per fare questo c’è un algoritmo automatico, che scansiona tutti i contenuti di tutti i siti del mondo e che in pochi millisecondi mette in ordine i siti secondo il metro di rilevanza di Google.
Per realizzare una pagina in modo da andare incontro a questo algoritmo e rendere da una parte la vita più facile al motore di ricerca e dall’altra darmi più visibilità, la strada da precorrere è quella di realizzare dei contenuti all’altezza e costruire la pagina seguendo alcune accortezze. Si tratta di combinare vari aspetti, che vanno dall’indirizzo della pagina stessa, al suo titolo, alla lunghezza del testo e alla suddivisione in paragrafi con propri titoli, alla presenza delle parole chiave nel testo, all’uso di link interni (che puntano ad altre pagine del sito) e a link esterni…
Il secondo aspetto fondamentale per una buona SEO è quindi LA CURA DEI CONTENUTI.
Se ho dei buoni contenuti allora devo condividerli. Questa è la parte più difficile e laboriosa. Per Google una pagina autorevole è quella (tra molte altre cose) che riceve più collegamenti in entrata. Se la mia pagina tratta quell’argomento in maniera esaustiva, sicuramente esisteranno altri siti che al loro interno hanno un collegamento alla mia pagina. Se ne esistono tanti, allora questo vuol dire che quello che dico è interessante e utile. Per questo Wikipedia è sempre prima.
Molti siti prendono informazioni da Wikipedia e questo la rende molto autorevole agli occhi di Google. Io ovviamente non sono Wikipedia, ma dovrò riuscire a replicare il suo comportamento con la differenza che per Wikipedia i collegamenti si creano spontaneamente, mentre io dovrò impegnarmi a trovare le strategie giuste per chiedere e ottenere i collegamenti su siti diversi dal mio.
Questa è la fase del LINK BUILDING, ossia la costruzione della rete di relazioni che aiutino il mio sito ad aumentare la propria autorevolezza.
È lapalissiano che il mio sito non debba avere problemi tecnici, ovvero non ci devono essere link che portano a pagine che non esistono o con errori, non deve essere lento, deve essere fruibile da smartphone, deve essere stata caricata la sitemap…
Questi tre aspetti sono fondamentali per iniziare un lavoro serio di posizionamento dei vostri siti, attività che potrebbe fare la differenza per il successo della vostra impresa, iniziativa o qualunque cosa vogliate porre all’attenzione degli utenti del web.
La G.P. Comunicazione da anni collabora con numerose attività locali per ottimizzare il loro posizionamento sul web, offrendo pacchetti di servizi a 360° ed una consulenza costante e personalizzata. In sintesi questo è ciò che vi offriamo, chiedeteci un’analisi del vostro sito.
Continuate a leggere la nostra pagina sull’ottimizzazione dei siti a Siena e non solo.
Torna alle newsPubblicità tradizionale: depliant, brochure, manifesti, volantini.
Realizzare depliant, brochure, manifesti o volantini funziona ancora? G.P. Comunicazione Siena
Depliant pubblicitari, volantini, biglietti da visita e tutto il materiale pubblicitario realizzato tradizionalmente, continuano ad essere un veicolo fondamentale per qualunque attività che voglia farsi conoscere e presentare i propri servizi. La forza di questo tipo di marketing è data dal fatto che ogni singolo elemento rappresenta un oggetto concreto di interazione. Non si può negare che l’attività di marketing digitale stia diventando sempre più importante, ma ci sono ambiti in cui non è possibile fare a meno di qualcosa di tangibile e trasportabile, da rileggere magari in un momento di maggiore calma.
Impossibile non immaginarsi una fiera, per esempio, dove i visitatori si aspettano di ricevere qualcosa, ma anche il semplice, vecchio, volantino. Una brochure ha ancora una potenza che non può essere ignorata. Un depliant o un volantino ben fatto, ancora di più, perché sa presentare ottimamente prodotti e servizi senza essere costantemente legati alla tecnologia e, soprattutto, ha la forza di portare il cliente alla porta della tua impresa.
Noi della G.P. Comunicazione, operando a Siena e in Toscana, seguiamo dei criteri semplici, ma efficaci, per trasmettere il giusto messaggio che ogni impresa vuole far arrivare ai propri potenziali clienti.
Il primo punto è che non si può improvvisare un depliant senza avere chiare in testa le informazioni e i valori che si vogliono condividere. Il rischio è quello di far arrivare un messaggio sbagliato o fuori luogo che penalizzi l’azienda. Per noi il concetto “bene o male, purché se ne parli”, che da anni sembra essere diventato il motto principe della comunicazione, è un concetto sbagliato. Alla G.P. Comunicazione non si trova traccia di pubblicità aggressiva, volgare o sguaiata come, purtroppo, spesso si vede in giro. Sono tecniche furbette che bruciano come fuochi di paglia. Per noi contano altri valori, come l’eleganza e la pulizia del messaggio, infatti ci prendiamo tempo per conoscere a fondo il nostro cliente, capire i suoi prodotti, i suoi servizi e la sua esperienza nel settore. Una volta raccolte tutte queste informazioni, passiamo alla seconda fase, ossia capire come il cliente utilizzerà quel materiale cartaceo, come evidenziare i messaggi mirati senza creare confusione o diluire il messaggio che vogliamo che arrivi.
Questa fase ci porterà alla realizzazione fisica dei depliant (o manifesti o qualunque altro oggetto creativo vogliate sperimentare) in ogni loro parte. Una volta che li avremo disegnati ed avremo l’approvazione del cliente, passeremo a definire la strategia di distribuzione anche per capire, in maniera concreta, la quantità di materiale che ci servirà per la campagna di promozione.
Ovviamente il passaggio dalla fase creativa a quella di stampa è quello più delicato. Troppe volte ci capitano fra le mani manifesti con errori di stampa, numeri di telefono sbagliati, fotografie sgranate… Tutti incidenti che hanno la potenza di distruggere un’intera campagna e mandare sprecate centinaia o migliaia di euro. Queste cose alla G.P. Comunicazione non possono accadere, perché la cura nei dettagli, che viene praticata da noi, supera quella di qualunque altro.
Infine la stampa. La G.P. Comunicazione è convenzionata con le tipografie offset e con service digitali della zona di Siena per rispondere ad ogni richiesta di costi e qualità. Non abbiamo problemi a fornirvi i file grafici per permettervi di stampare anche su tipografie online, se pensate di ridurre le spese.
Dalla nostra esperienza, se pensate di avviare una campagna pubblicitaria di questo tipo, possiamo darvi questi consigli:
– se vi interessa risparmiare, talvolta è meglio lavorare su più strumenti coordinati contemporaneamente (fare i cataloghi insieme a volantini e biglietti da visita, per esempio, in modo da sfruttare su più fronti le ore di lavoro per l’immagine coordinata);
– pianificate bene l’uso di questo materiale, la distribuzione a mano, il volantinaggio, l’invio per posta… È importante capire dove far arrivare il nostro marchio in modo da non sprecare risorse;
– supportare il messaggio del depliant anche con la comunicazione digitale. I clienti si aspetteranno di vedere sul vostro sito o sui vostri social lo stesso messaggio che hanno trovato su carta;
– andate cauti con le soluzioni fai da te. Come già detto, basta un errore per gettare nella spazzatura centinaia di euro.
La G.P. Comunicazione è pronta per affiancare qualunque azienda di Siena o della Toscana a diffondere la propria immagine e i propri servizi seguendo strategie mirate ed efficaci. Se volete, potete contattarci utilizzando il form a piè di pagina.
Torna alle newsG.P. Comunicazione – Web Agency Siena – Siti Internet.
Quali sono i fattori da tenere in considerazione per realizzare un sito internet nel 2018?
Se ogni tanto apri il tuo sito internet, lo guardi e lo riguardi e non riesci a non pensare di trovarti davanti ad una grafica vecchia, che magari quella lista di pulsanti rossi su sfondo blu non sia troppo comprensibile oppure che quel tipo di carattere che hai usato per i testi non è proprio adatto per spiegare seriamente cosa fai… Se ti ritrovi in una di queste casistiche o altre simili allora, forse, è giunto il momento di rinnovare il tuo sito web.
Cosa fare?
Oltre a rivolgerti a qualcuno che non peggiori la situazione, dovresti tenere conto di questi aspetti che sono indispensabili per un sito web ben fatto nel 2018 e magari chiederne conto al tuo webmaster.
La prima cosa è pensare il sito per la sua visualizzazione sul video di uno smartphone.
Nel 2016 quasi il cinquanta per cento di tutto il traffico di siti Web in tutto il mondo è stato generato tramite telefoni cellulari, con un +35,1% rispetto al 2015. Questo ci dice che, nel momento in cui si disegna il sito internet, il design deve essere ottimizzato per i dispositivi mobili. La lettura deve essere chiara e il sito si deve adattare alle dimensioni ridotte del video. Oltre a questo si dice che, nella prima metà del 2018, Google pubblicherà il suo nuovo Mobile First Index , dando maggiore importanza alla versione mobile del tuo sito Web e rendendolo il primo a essere visto nei risultati di ricerca.
Questo porta a valutare seriamente di rivedere il proprio sito. Il tuo agriturismo, la tua azienda che agisce localmente nella provincia di Siena, Firenze o Arezzo o il tuo progetto che immagini più grande, non possono permettersi di perdere visite al sito perché è illeggibile da smartphone.
Se il concetto è MOBILE FIRST (prima di tutto lo smartphone), allora dobbiamo pensare anche di non esagerare con le immagini. Questo concetto, che potrebbe essere abbastanza spiazzante, trova ragione nel fatto che le connessioni da telefono possono essere limitate e quindi impegnare una navigazione da esterno (mentre cammini, sei in macchina o fuori casa) con tutta una serie di gallery infinite di immagini non ottimizzate, potrebbe far desistere l’utente dal navigare il tuo sito, temendo di esaurire i GB del proprio contratto.
Le nostre zone: le Crete, Siena, il Chianti, la Chiana, potrebbero invogliarci a fare del nostro sito una specie di Instagram e invece sarebbe meglio di no o quantomeno ridurre il più possibile la nostra voglia di fotografie e di paesaggi.
Un altro aspetto interessante per i possibili siti internet del 2018 è quello di dotare le nostre pagine di “widget”. Gli widget sono piccole funzionalità che permettono all’utente, se vuole, di interagire con la pagina o con me che sono il titolare del sito o semplicemente di giocare (cuoricini, condivisioni, recensioni…). Ovviamente tutto questo va bene se rimane in linea con lo stile del sito e non stona con i contenuti.
Un altro consiglio è quello di non avere paura di creare pagine con il contenuto che scorre. Il concetto che tutto deve stare nella prima schermata è superato, anche perché, con l’abitudine a Facebook, scorrere con il pollice è diventato un movimento naturale (oltre al fatto che non esiste più uno standard fisso per la risoluzione video). A questo scopo ci sono delle animazioni che invogliano l’utente a scorrere la pagina lunga e che permettono di caricare contenuti solo mentre ci si arriva e non tutti insieme (sempre per lo stesso concetto di evitare di gravare troppo sul contratto mobile dell’utente).
Per finire un aspetto assolutamente primario: la sicurezza. Va bene il design, va bene l’usabilità e tutto il resto, ma non ci dimentichiamo della sicurezza. Se nel tuo sito ci sono scambi di dati sensibili (attraverso dei form da riempire per esempio) è necessario che il tuo sito passi da HTTP a HTTPS dove “S” sta per Secure (sicurezza). Google tiene molto alla sicurezza e se ritiene che nel tuo sito i parametri di sicurezza non siano rispettati, chi ti cerca potrebbe essere avvertito di questo e quindi potrebbe optare per un altro sito più sicuro.
La G.P. Comunicazione è da anni all’avanguardia per la realizzazione di siti internet a Siena e in Toscana. Se vuoi rinnovare o creare il tuo sito web, rivolgiti a noi riempiendo il form qui sotto. Ti aspettiamo.
Aprire un e-commerce (seconda parte)?
Sun Tzu, autore del grande libro “L’arte della guerra” scrive:
“Le persone dovrebbero sempre seguire una strategia. Quelli che seguiranno la strategia sopravvivranno, gli altri periranno”.
Anche il nostro e commerce dovrà dotarsi di una strategia. Non importa se il progetto è grande o piccolo, tutti i siti di commercio elettronico hanno gli stessi obbiettivi e gli stessi problemi, ossia: aumentare le vendite e resistere alla concorrenza, ma i modi per raggiungerli sono diversi e personalizzati. Qui di seguito vi indicherò alcuni dei consigli più generici, ma per un consulto gratuito ottimizzato sulla vostra azienda o su come aprire un e-commerce a Siena e/o in Toscana non esitare a contattarci attraverso la nostra pagina di contatti.
Dicevamo: “Come si comincia?” Aprire un e-commerce significa partire da zero. A parte alcuni casi fortunati, nel momento in cui ci presentiamo al mondo con il nostro commercio elettronico, siamo dei perfetti signor nessuno. Nessuno sa cosa vendiamo, nessuno sa niente della nostra affidabilità e onestà, nessuno vuole acquistare i nostri prodotti, specie se li può trovare su altri e-commerce. Il primo consiglio, quindi, è quello di pianificare una strategia che ci ponga all’attenzione degli utenti.
Questa strategia deve essere sviluppata su più piani contemporaneamente, tenendo conto che un negozio di abbigliamento ha esigenze diverse da un fotografo e che, soprattutto, anche due negozi uguali hanno maniere differenti di proporsi ai clienti, secondo la personalità e le idee del proprietario.
1° passo: Farsi conoscere dalle persone giuste.
Cosa significa? La promozione online del nostro e-commerce ha dei costi (che accennerò in seguito e a cui dedicherò un articolo a sè stante), così come ne avrebbe una promozione offline (manifesti, depliant, pubblicità radio o tv e volantini…) con la differenza che noi, in questo caso possiamo individuare le persone che vanno a vedere la nostra pubblicità. Le piattaforme digitali ci permettono di selezionare (attraverso i dati che più o meno consapevolmente gli utenti lasciano in rete) diverse tipologie di utenti, individuandone gruppi e caratteristiche (teoricamente, più è personalizzato il messaggio e più avrà successo). Un esempio: Noi vogliamo vendere prodotti innovativi per la coltivazione della vite. Il nostro target sarà: agricoltori, età tra i 30 e i 50 anni, interessati alla tecnologia in aree a forte sviluppo vitivinicolo come Toscana, Piemonte… È fondamentale individuare il nostro pubblico di riferimento perché questo è il nostro punto di partenza per creare messaggi sempre più personalizzati. Riprendendo l’esempio di prima un messaggio pubblicitario mandato ad un coltivatore toscano potrebbe essere personalizzato con immagini della campagna intorno a Siena, mentre quelli visibili dagli utenti piemontesi potrebbero avere testi relativi alle Langhe. In questo modo i miei soldi spesi in pubblicità servono per parlare in maniera corretta agli utenti giusti. Se faccio vedere la pubblicità delle mie “spollonatrici” ad una pensionata di 75 anni che vive in un quartiere di Bari, ho grosse possibilità che i miei soldi siano sprecati.
2° passo: Utilizzare i mezzi che internet ci mette a disposizione per arrivare al pubblico che abbiamo definito.
Quali sono le strade per farsi conoscere una volta che ho deciso di aprire un e-commerce? Quali di queste sono a pagamento e quali invece no (ma richiedono più lavoro, pazienza, tempo e capacità)?
La scaletta è :
a) Creare delle pagine efficaci sui social.
La parola che fa la differenza è proprio “efficaci”. Efficace significa che la pagina deve essere costruita ed avere una serie di contenuti che abbiano la capacità di conquistare l’utente e convincerlo a seguirci. Una pagina fatta e buttata lì con qualche dato di contatto e qualche foto di prodotti non è assolutamente efficace, ma, anzi, è deleteria, perché l’utente che arriva su di una pagina non curata, non solo non ci darà il like subito (e quindi porta a zero le possibilità di acquistare sul nostro e commerce), ma non ci considererà più. Ce lo siamo bruciato. ATTENZIONE: i social sono un luogo d’intrattenimento. Non si va su Facebook a cercare un paio di pantaloni. Sui social noi ci costruiamo un’immagine che marginalmente riporta alla nostra attività di vendita, ma che in realtà è lì per conquistare l’utente con le nostre idee e la nostra capacità di proporle. Se vogliamo vendere, allora questo deve passare dalle campagne a pagamento e non dalla nostra pagina.
b) Individuare le parole chiave per essere trovati sui motori di ricerca.
Quando noi cerchiamo un prodotto su Google, al 90% cliccheremo su di uno dei risultati in prima pagina. Dovremo per questo ottimizzare il sito in modo che, quando un utente digita quella parola chiave, noi possiamo essere in quella prima pagina (o almeno nei pressi). Capire quali sono le parole chiave è un passo decisamente importante, perché dovremo determinare quali sono quelle che calzano meglio la nostra attività. Un esempio: se io vendo “ciabatte di feltro” probabilmente, se lo digito su Google, avrò una prima pagina di risultati già occupata da siti più “autorevoli” del mio. Individuare le parole chiave giuste significa quindi trovare quelle che identifichino meglio la mia offerta. Per esempio “ciabatte di feltro fatte a mano” oppure “ciabatte di feltro toscane” se il mio e-commerce ha base a Siena. Questo mi seleziona il pubblico e mi permette di presentare il mio shop a persone realmente interessate. Ovviamente una volta determinate le parole chiave, queste vanno sistemate nel sito.
c) Aprire una scheda Google MyBusiness.
È un mezzo alternativo per farsi trovare da un pubblico locale che cerca un certo negozio nella propria zona di riferimento. Se il mio target è locale questo diventa fondamentale.
d) Cerca online i forum o i siti dove si parla del tuo tipo di prodotto.
Andiamo a caccia di influencers. Utilizzando le parole chiave che abbiamo trovato (anche quelle meno specifiche), è possibile (utilizzando degli strumenti adatti) individuare quali sono i siti o i blog dove si parla di del prodotto che vogliamo vendere. Una volta individuati, possiamo vedere come entrare in contatto con loro e partecipare alle discussioni, presentando i nostri prodotti nella maniera giusta senza farsi cacciare via per Spam. Questa attività è la più faticosa, ma è importantissima, perché si riesce ad entrare in un ambito dove tutti gli utenti sono interessati a quell’argomento, argomento che riguarda il nostro e-commerce.
e) Portare traffico verso il sito.
La maniera più rapida per ottenere traffico sul sito è quella di andare a catturarla attraverso le campagne a pagamento di Google e Facebook (Instagram). Se il risultato è lo stesso (più gente sul sito), la base da cui partiamo è completamente diversa, perché è diverso l’utilizzo che si fa di Google e dei social network. Google è il mezzo con cui noi cerchiamo quello che ci serve (informazioni e prodotti), i social invece sono puro intrattenimento. Su Google la mia attenzione è alta, sui social è bassissima. Dovremo, quindi, pensare i nostri annunci in base a questo (su Google sono quelli che si posizionano nelle prime posizioni, mentre su Facebook, per esempio, possono posizionarsi, sia nella colonna di destra, che in mezzo alla bacheca). Gli annunci di Google dovranno, nei pochi caratteri che ci sono a disposizione, colpirci per l’attinenza a quello che stiamo cercando. Se io cerco una piastra per capelli, l’annuncio mi deve dire brevemente le caratteristiche e il prezzo (meglio se scontato). Sui social invece devo creare un messaggio grafico che interrompa il mio scorrimento verticale della bacheca e che vada a intercettare un bisogno che non ho espresso direttamente. Questi tipi di pubblicità hanno un costo che viene pagato alla piattaforma (Google, Facebook…) e che dipende dal tipo di annuncio che ho fatto (si paga per visualizzazione, per clic…). Per capire a che tipo di costi si va incontro, diciamo che un clic su Facebook ha un costo medio di 0,10/0,30 centesimi, mentre su Google (che mi dovrebbe dare un clic da un utente più interessato al prodotto) è qualche decina di centesimi in più (per entrambi dipende dalla combinazione di diversi fattori). Questo comporta che, in un giorno nel quale ho pianificato di spendere 10 euro, io posso avere circa 50/80 visite in più al sito . Questo, per un sito appena pubblicato, non è poco.
ATTENZIONE: se non si riesce a dare una continuità attraverso i social, attraverso le ricerche su Google o attraverso i collegamenti da altri siti o blog e ci si affida solamente alle campagne a pagamento, c’è il rischio di vedere il nostro budget promozionale esaurirsi molto velocemente senza ottenere risultati soddisfacenti.
In conclusione, per aprire un e-commerce è necessario tenere in considerazione molti aspetti che vanno oltre alla creazione del sito. Un e-commerce non supportato da un’attività di marketing è destinato a fallire in breve tempo. Se la vostra intenzione è quella di tentare questa strada per riuscire ad aumentare il vostro fatturato, non esitate a contattarci tramite il form, saremmo lieti di darvi la nostra consulenza.
Torna alle newsAprire un e-commerce (prima parte)?
Aprire un e-commerce è ancora una scelta possibile?
Una decina di consigli prima di pensare di aprire il tuo commercio elettronico (parte prima)
Il commercio elettronico è stato il grande miraggio di tutti gli anni 2000. In una pubblicità di inizio millennio, sulla scia dell’esplosione della new-economy, un pastore cagliaritano esultava per l’ordine dall’estero di una partita del suo pecorino cheese, invitando così alla prima alfabetizzazione digitale del paese.
È bastato che gli italiani prendessero fiducia nei pagamenti online e per gli acquisti è stato boom. Allo stesso tempo sono fioriti migliaia di e-commerce pronti a cavalcare questa novità, che invece sono rimasti inoperativi e inutili dal momento della loro messa on line fino alla loro chiusura. Tutto questo mentre gli esperti prevedono che il volume d’affari degli e-commerce mondiale supererà presto i 2 mila miliardi di euro.
Cosa è successo, quali sono i motivi per cui molti ci provano e tanti falliscono? C’è speranza per chi parte da zero?
Il commercio, così come tante altre attività umane, non è certo una scienza del tutto esatta, talvolta anche fare tutto secondo teoria può portare scarsissimi risultati e ogni tanto anche un’impresa nata per caso può capitare che abbia successo (molto di rado e, in assenza di professionalità, per breve periodo).
Però perché partire con il piede sbagliato? Perché non sfruttare l’esperienza di quelli che purtroppo hanno pagato caro la loro improvvisazione?
Ho raccolto qui sotto alcuni consigli che spaziano su un ampio fronte, cercando di affrontare gli aspetti più controversi e utilizzando un linguaggio semplice, che spero possa essere di aiuto per tutti quelli che hanno pensato di aprire un e-commerce.
Aspetti tecnici per aprire un e-commerce:
1) Acquistare un dominio (l’indirizzo del sito), che rappresenti al meglio il nostro tipo di business e che sia chiaro per l’utente.
Quando ci si presenta sul mercato siamo dei perfetti signor nessuno. Il nome del nostro marchio, pur bello che sia e incorniciato da un logo spettacolare, non dice niente a nessuno, né tantomeno invita ad acquistare. Gli utenti conoscono i marchi famosi, quelli che riconoscono dalle pubblicità. Il nostro non lo conosce nessuno e quindi, per far capire chi siamo, specialmente se il nostro e-commerce parte con un piccolo budget, è meglio inserire nel dominio una parola chiave importante che rappresenti il nostro business. Non ci preoccupiamo se il nome, che avevamo faticosamente pensato, viene leggermente sfigurato. L’utente lo troverà pulito all’interno, con il logo e tutto il resto.
Un esempio: se abbiamo un negozio che si chiama ABCD e vendiamo camicie, un dominio utile potrebbe essere www.abcdcamicie.it oppure www.camiceriaartigianaleabcd.it. Se addirittura abbiamo anche una zona di vendita preferita (Firenze e provincia) possiamo anche pensare di aggiungere il nome della zona che ci interessa tipo www.abcdcamiciefirenze.it
2) Non fatevi fare il sito dal nipote che ci capisce di computer.
Un euro speso con un professionista competente vi farà risparmiare dieci euro di rimessa a punto di un e-commerce fatto a metà e che non funziona. Un giorno speso con un professionista vi farà risparmiare mesi di attesa perché il sito sia online. Detto questo non vi abbandonate nemmeno tra le braccia del primo che millanta esperienze che non ha. Un professionista serio non vi confonde con termini che non comprendete, ma riceverete indicazioni e consigli semplici da capire, da lui otterrete un calendario preciso dei tempi di sviluppo, avrete test di funzionamento reali sui pagamenti e sul calcolo dei costi di spedizione. Potrete senza problemi pensare di fare il sito in più lingue e soprattutto vi guiderà nel realizzare un sito semplice, che aiuti l’utente a concretizzare il suo desiderio d’acquisto. Pensate che secondo le statistiche meno di 1 utente su 100 che visitano un sito di e-commerce alla fine compra qualcosa, quindi se il sito non ha una navigazione chiara, se l’utente non capisce come acquistare, se si vedono messaggi di errore… la statistica va tranquillamente verso lo zero.
3) Non si reinventa la ruota.
Non pensate di arrivare sul mercato con idee rivoluzionarie in termini di grafica, metodi di vendita o altro. È giusto informarsi su cosa fanno gli altri ed essere a modo nostro originali, ma tenete conto che nel mondo ci sono capannoni pieni di persone che cercano idee vincenti per essere meglio degli altri e se la tua idea ancora non è stata utilizzata, una ragione ci sarà. Gli utenti poi hanno assimilato un processo di vendita che nel tempo si è standardizzato e che serve a conquistare la loro fiducia. Gli utenti voglio arrivare in pochi clic alla scheda prodotto, poterne leggere le caratteristiche più importanti, vedere delle belle foto zoomabili, vogliono soprattutto avere rassicurazioni sui metodi di pagamento (i loghi di PayPal e delle carte di credito devono essere sempre visibili in ogni pagina), deve essere sempre ben visibile un collegamento alle condizioni di vendita e infine vogliono avere una politica di prezzi chiara senza costi nascosti, specie sulle spedizioni.
4) Anche un’e-commerce ha la sua burocrazia.
Il fatto di non avere un luogo fisico dove commerciare non fa del vostro e-commerce un qualcosa libero da ogni impiccio burocratico e fiscale. Se viene costituita una società, potrebbero occorrere un notaio e un capitale sociale, poi serve l’iscrizione alla Camera di Commercio (tramite ComUnica) e l’avvio di attività al SUAP del vostro comune (con una Segnalazione certificata di inizio attività). Anche l’Agenzia delle Entrate vuole sapere qualcosa di voi (indirizzo del sito, posta elettronica, dati del server su cui avete caricato il sito…). Se poi prevedete di vendere anche oltre confine, occorre anche l’iscrizione al VIES ossia l’Archivio informatico per le tasse sui consumi (in Italia l’IVA).
5) Non sottovalutare il discorso della logistica.
Diversi e-commerce si sono trovati a mal partito nel momento in cui si sono accorti che se il web è immateriale e le merci non lo sono, quindi occorre pianificare molto attentamente il discorso magazzino e quello spedizioni. Si deve puntualizzare attentamente gli accordi con i fornitori, avere un luogo adatto allo stoccaggio del tuo prodotto (se poi è un prodotto alimentare allora è ancora più complicato), definire i metodi di imballaggio e di spedizione con il corriere che ti è più comodo e conveniente. Tutti questi aspetti sono importanti tanto quanto il prodotto che si commercializza. Sottovalutare certi aspetti può significare anche migliaia di euro di rimessa per un pacco non consegnato o rimborsato, perché spedito incorrettamente o non spedito affatto. Tutto questo va pianificato e organizzato il prima possibile perché anche il sito risentirà delle decisioni prese in questa fase.
Nel prossimo articolo affronteremo altri 5 punti nei quali vedremo come avviare l’e-commerce dal punto di vista del marketing, della promozione e della pubblicità del nostro sito
Torna alle newsSintesi della settima ed ultima gara del campionato italiano 2016 di trial 4×4 a Borgo Santa Rita (GR).
Allo sponsor del campionato italiano 2017 di trial 4×4 è fondamentale dare una visibilità, che un’agenzia – come la Giuseppe Ponticelli comunicazione – può offrire tramite vari strumenti di comunicazione e pubblicità.
Leggi il resoconto di domenica 23 ottobre 2016.
Altri video sul tema nella playlist “Motori” della G.P. Comunicazione su YouTube.
Torna alle news2a settimana del sondaggio “Le Torri d’Italia” solo sul social Facebook.
Noi abbiamo in mente vari servizi accessori della App “Le Torri d’Italia”, ma – essendo questo un sondaggio – quali sono quelli che voi preferireste?
Le modalità di erogazione gratuita della App sono Apple Store per IOS e Google Play per Android, nonché i punti di download tramite QR code alle biglietterie delle torri delle città inserite nel progetto. #LeTorridItalia!
In progress aggiornerò questo articolo con i commenti da me scritti su Facebook in risposta ai fan.
Gli itinerari turistici in genere sono un punto di forza della nostra App. Da una torre e/o da una zona panoramica, la nostra App mostra i punti di interesse al turista, il quale può percorrere un percorso culturale, turistico ed enogastronomico… usando semplicemente il GPS del device – smartphone e/o tablet – ed il suo navigatore!!!
È un po’ l’idea del “villaggio globale” dove ci si trova sotto la “torre della piazza” e dove i “vecchi” insegnano ai “giovani” la storia del luogo.
In un tempo in cui Leonardo Da Vinci ci insegna che non si può far altro che scoprire “l’acqua calda” e non qualcosa di nuovo, noi della G.P. Comunicazione di Siena abbiamo un a tecnologia nella quale siamo pionieri e che abbiamo destinato al turismo sostenibile: #LeTorridItalia.
Nell’era digitale e globale la nostra App permetterà al turista di vivere la città in tutti i suoi aspetti, divertendosi con il suo smartphone o tablet in mobilità ed osservando un panorama mozzafiato.
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1a settimana del sondaggio “Le Torri d’Italia” sui social Facebook, LinkedIn e Twitter.
Vi piacerebbe una App – per smartphone e tablet – che, saliti sulla Torre del Mangia, vi dia informazioni turistiche e gastronomiche su Siena? #LeTorridItalia!
Secondo voi sarebbe una App innovativa oppure abbiamo scoperto solo l’acqua calda? Se fosse nuova, perché vi piacerebbe?
In progress aggiornerò questo articolo con i commenti da me scritti sui social in risposta ai fan.
Il punto critico coincide con il nostro punto di forza: siamo in possesso di una tecnologia nella quale oggi siamo pionieri, ma dobbiamo percorrere tempi brevi di sviluppo per non essere bruciati dai nostri competitor.
Allo stesso tempo abbiamo bisogno di una somma pari quasi al mio giro d’affari del 2015 e quindi sto coinvolgendo dei partner, che al momento hanno un approccio tiepido.
Il pubblico sarà altamente targettizzato e – cosa curiosa – avremo, secondo me, un target alto ed un target basso, ma non un target medio.
Siena sarà la città pilota per lanciare la App, l’intenzione è quella di ampliare gradualmente il progetto a livello nazionale nelle città caratterizzate da belle torri e/o con belle zone panoramiche, l’Italia ne è piena. Queste città andranno selezionate anche in base alle mie/nostre possibilità imprenditoriali.
Il progetto dovrà essere portato avanti da me come imprenditore, come Giuseppe Ponticelli comunicazione, con dei partner giusti non facilmente individuabili. La mia idea è di essere forte a Siena per espandermi in altre città.
Chi non salirà sulla torre, si perderà uno spettacolo favoloso! Alle biglietterie ci sarà il QR Code per scaricare la App gratuitamente.
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