L’Andrea Doria: 14 gennaio 1953.

L’Andrea Doria è stato un transatlantico italiano della Italia – Società di Navigazione, gruppo IRI – Finmare, meglio conosciuta nel mondo della navigazione internazionale come “Italian Line”. Costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, fu varato il 16 giugno 1951 ed iniziò, agli ordini del comandante superiore di lungo corso (CSLC) Piero Calamai, il suo viaggio inaugurale, salpando da Genova il 14 gennaio 1953.

La turbonave prese il suo nome dall’ammiraglio ligure del XVI secolo, Andrea Doria. Strutturata su 11 ponti, poteva ospitare fino a 1241 passeggeri e, quando venne varata, rappresentava uno dei motivi d’orgoglio dell’Italia, che stava allora cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Degna erede dei transatlantici degli anni trenta quali il Rex, l’Andrea Doria era considerata la più bella nave passeggeri della flotta italiana di linea ed era apprezzata ancora più per la sicurezza e la bellezza dei suoi interni di lusso, che la facevano preferire a molti transatlantici di altre compagnie internazionali.

Il 25 luglio del 1956, mentre era diretta a New York, l’Andrea Doria fu speronata ed affondata dal mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line al largo della costa di Nantucket (USA), in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia.

Morirono 51 persone (5 passeggeri della Stockholm e 46 dell’Andrea Doria), per la maggior parte alloggiati nelle cabine investite dalla prua della nave svedese. Il transatlantico, con una murata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò la mattina di giovedì 26 luglio 1956, alle ore 10:15, dopo 11 ore dalla collisione, davanti alle coste statunitensi. L’inclinazione della nave rese inutilizzabili metà delle lance di salvataggio, tutte quelle sul lato opposto a quello della collisione. Ciò nonostante, vi fu una sola altra vittima, oltre a quelle dovute alla collisione: in seguito al disastro del Titanic del 1912, infatti, erano state migliorate le procedure di comunicazione di emergenza e si poterono chiamare tempestivamente altre navi in soccorso; inoltre le manovre di evacuazione furono rapide ed efficaci.

L’incidente ricevette una grande copertura dai media: l’Andrea Doria fu l’ultimo grande transatlantico a naufragare prima che l’aereo si imponesse come mezzo di trasporto passeggeri per le traversate dell’oceano Atlantico, chiudendo l’epoca delle grandi navi transatlantiche.

Il relitto dell’Andrea Doria, mai recuperato, giace posato sulla murata di dritta a una profondità di 75 metri. Le esplorazioni subacquee hanno constatato come nel corso degli anni il materiale di pregio sia stato razziato da sommozzatori non autorizzati.

L’unità fu sostituita nel 1960 dalla Leonardo da Vinci, molto simile nell’aspetto, ma con alcuni accorgimenti tecnici apportati dopo l’esperienza del naufragio. Gemella dell’Andrea Doria era la Cristoforo Colombo, varata nel 1952. Entrambe le navi furono smantellate nel 1982.

L’Andrea Doria misurava 213,59 m di lunghezza fuori tutto e 27,40 m di larghezza massima al galleggiamento; aveva una stazza lorda di 29.950 tonnellate e una stazza netta di 15.788 tonnellate. La propulsione era affidata a due impianti separati di turbine a vapore, collegate a due eliche gemelle a tre pale, che permettevano alla nave di raggiungere agevolmente una velocità di crociera di 23 nodi, con una velocità massima di 26,44 nodi, raggiunta durante le prove, e una massima richiesta dal contratto di 25,3 nodi. L’Andrea Doria non era né la nave più grande al mondo né la più veloce: i due primati all’epoca andavano, rispettivamente, alla britannica RMS Queen Elizabeth della Cunard Line e alla statunitense United States della United States Line.

L’Andrea Doria puntava invece su estetica e lusso: fu la prima nave ad avere a bordo tre piscine aperte, una per ogni classe (prima, cabina e turistica) e una delle prime ad avere l’aria condizionata in tutti i locali abitati, sia dei passeggeri che dell’equipaggio. Per l’arredo della nave erano stati chiamati i migliori architetti dell’epoca, tra cui Ponti, Zoncada, Pulitzer Finali, Minoletti. A bordo erano inoltre presenti numerose opere d’arte realizzate appositamente per la nave: La leggenda d’Italia di Salvatore Fiume per la sala di soggiorno di prima classe, L’allegoria d’autunno di Felicita Frai per la sala delle feste di classe cabina, i mosaici di Lucio Fontana, le ceramiche di Fausto Melotti, gli specchi dipinti di Edina Altara nel bar di prima classe, le decorazioni di Federico Morgante e di Emanuele Luzzati per gli ambienti destinati ai bambini, la statua dell’ammiraglio Andrea Doria di Giovanni Paganin e gli arazzi di Michael Rachlis. La nave divenne ben presto un mito, tanto che Elia Kazan, in Fronte del porto, fa incrociare lo sguardo di Marlon Brando con l’Andrea Doria in approdo a una banchina di New York.

I 1241 passeggeri erano così suddivisi: 218 in prima classe, 320 in classe cabina e 703 in classe turistica.

Grazie a un investimento di oltre 1 milione di dollari dell’epoca, spesi in decori e pezzi d’arte nelle cabine e nelle sale pubbliche (inclusa la già menzionata statua dell’ammiraglio Doria a grandezza naturale), molti la consideravano la più bella nave mai varata. L’esterno della nave era anch’esso considerato molto elegante: la linea era affusolata, con l’unico fumaiolo colorato in verde, bianco e rosso come la bandiera italiana, e la sovrastruttura che digradava armoniosamente verso poppa.

Una particolarità: a bordo c’era una delle show car più estreme, disegnata a Detroit da Virgil Exner e costruita a Torino, un pezzo unico, che andò persa, la Chrysler Norseman della Ghia.

1° video – I passeggeri passavano il tempo sul ponte facendo sport, tirando al piattello di giorno e di notte danzavano e bevevano: https://youtu.be/1B_FsUwbeM0

2° video – Era luglio, mare calmo, ma dopo Gibilterra hanno incontrato la nebbia: https://youtu.be/LS9RUBs6TLE

3° video – Una sopravvissuta non voleva fare colazione, perché aveva sognato che l’Andrea Doria era affondata: https://youtu.be/C7OZgDw-kGs

4° video – Calamai è sul ponte di comando, c’era la nebbia: https://youtu.be/uQ2PnadeBOw

5° video – Anche lo Stockholm è dotato di radar, il suo punto di forza era la prua: https://youtu.be/jZBBxM-Bfbk

6° video – 7 miglia di distanza, 4 gradi sulla dritta, l’altra nave sarebbe passata ad 1 miglio di distanza: https://youtu.be/YhpDlXSleDk

7° video – Il comandante vuole incrociare l’altra nave ad una distanza maggiore, mancano 120 secondi alla fine: https://youtu.be/rUSmXIEWEhg

8° video – Il comandante vede una luce verde ed una luce rossa: https://youtu.be/0nyQ4uVTA28

9° video: – Alle navi mancano 100 secondi per completare la manovra ed evitare il contatto. https://youtu.be/l5dKHA3xsx4

10° video – Testimonianze dei sopravvissuti: lo sfregamento dura un manciata di secondi, provocando falle anche sotto la linea di galleggiamento: https://youtu.be/EV3aeq2wRQ0

11° video – Il comandante doveva cercare di far incagliare la nave sui bassi fondali: https://youtu.be/AoUZRWOCgcs

12° video – Le scialuppe del fianco di sinistra non possono essere calate in mare: https://youtu.be/fNQIIAGOkOc

13° video – I naufraghi affollano le lance di salvataggio: https://youtu.be/FakAImYDwKs

14° video – I comandanti delle navi soccorritrici riceveranno onorificenze per il loro coraggio: https://youtu.be/NM1CxKDKsEA

15° video – L’Andrea Doria è inclinata sul lato destro: https://youtu.be/NUzdo6Tla8A

16° video – I primi incontri tra sopravvissuti e parenti: https://youtu.be/D-CIAPPeTWA

 

 

Torna alle news

Storia della famiglia Ponticelli di cui faccio parte.

Nato da Stefano Ponticelli e Annunziata Del Punta, in una famiglia di proprietari terrieri della Maremma grossetana, il nonno paterno Francesco Ponticelli si laureò in giurisprudenza ed esercitò la professione di avvocato.

Dopo la morte del padre (1906) intraprese giovanissimo, insieme al fratello Alfredo, la trasformazione fondiaria delle loro proprietà terriere tra la Principina e Le Strillaie, favorendo la costruzione di una rete stradale, la sistemazione idraulica-agraria dei terreni e la realizzazione di una maglia di appoderamento con case coloniche e stalle: furono nove in totale i poderi costruiti e affidati ai mezzadri e l’ultimo fu inaugurato nel 1942. Nel 1927, all’interno del Grand Hotel Bastiani stipulò, insieme ad altri otto proprietari terrieri, l’atto costitutivo del Consorzio di Bonifica Grossetana.

Inizialmente iscritto al Partito Popolare Italiano – nel 1920 fu membro del Comitato provinciale di Grosseto – fu uno degli esponenti più autorevoli per la costituzione del partito della Democrazia Cristiana nelle province di Grosseto e di Siena. Nel 1946 fu deputato per la DC dell’Assemblea Costituente, ma si dimise nel mese di settembre lasciando il posto a Reginaldo Monticelli.

Dal 1954 al 1959 fu presidente del Monte dei Paschi di Siena.

Sposò mia nonna paterna Giulia Mocenni, figlia di Stanislao Mocenni, mio bisnonno paterno, Ministro della Guerra, il quale portò Garibaldi in esilio fuori da Siena.

Membro di una famiglia senese, giovanissimo intraprese la carriera militare e divenne ufficiale dell’esercito del Granducato di Toscana. Passato nel 1860 in quello italiano, si distinse nella repressione del brigantaggio nell’Italia meridionale.
Fu nominato generale il 15 dicembre 1883. Fu deputato dal 1874 al 1900 e ministro della guerra con Francesco Crispi dal 1893 al 1896. Fu lui a proporre al consiglio dei ministri l’invio di truppe in Africa per la Battaglia di Adua e dovette dimettersi con il governo Crispi IV a seguito proprio del tragico fallimento di tale impresa.

Uno dei figli di mio nonno paterno Francesco fu mio padre Lorenzo Ponticelli.

Fu Pretore a Susa, Giudice al Tribunale di Grosseto (io sono nato appunto a Grosseto), Magistrato di Cassazione a Roma, Presidente del Tribunale di Siena e Presidente di Sezione della Corte di Appello di Firenze.

Moglie di mio padre Lorenzo fu mia madre Eloisa Pierrottet.

Nata a Napoli, cresciuta in Liguria a Pietra Ligure, ha vissuto a Milano dove divenne Assistente Sociale e sposata si trasferì a Grosseto e poi a Siena.

Direttrice della Carità Diocesana di Siena, creò molte Opere Sociali tra cui la Casa Emmaus con il contributo dell’allora Banca di Monteriggioni, oggi ChiantiBanca.

Mia madre Eloisa era figlia di mio nonno materno Ottavio Pierrottet e di mia nonna Anna Accame.

Mio nonno Ottavio fu Ingegnere Navale in Liguria, ma girò mezzo mondo, andò anche in Africa.

Sono figlio primogenito di Lorenzo e di Eloisa e le mie sorelle sono Agnese e Teresa.

Io mi sono sposato con Faith Aigbadion della zona del Benin in Nigeria ed ho un figlio, Daniel Ponticelli.

Nelle immagini c’è anche mia moglie Faith Aigbadion quando visitò la mia mostra “Aqua” che esponevo nel 2002 nella Galleria “Didee” in Via Del Poggio 3 a Siena dietro al Duomo.

Sono diventato vedovo, perché mia moglie è deceduta all’età di 40 anni, 1 mese ed 1 giorno.

Io sono un professionista della comunicazione, un creativo, Art Director, fotografo di Still life ed artistico, blogger, copyright ed autore di libri: https://www.giuseppe.ponticelli.name/chi-sono-agenzia-comunicazione-siena/

 

 

Torna alle news

Buttero Maremmano, sfidò malaria e briganti, amò la sua mandria – targa 1855 Luigi Ponticelli.

Il mito della Maremma non è soltanto leggenda, ma anche l’aspro ricordo della Transumanza che ogni anno nel cammino dai pascoli appenninici a quelli costieri, consumava gli zoccoli delle greggi e alimentava le speranze dei giovani “biscini”, dei garzoni, dei cavallari e dei vergai, capi di questo eterogeneo gruppo di pastori e caprai che scendevano in pianura.
Un lungo viaggio che durava otto-dieci giorni e che nel 1825, a solo quindici anni, intraprese Nicola Regi, stanco della miseria della montagna, aggregandosi ad uno zio e ad un branco di pecore.
Da Motolano, sperduto gruppo di case nel comune di Sestino, in provincia di Arezzo, ai confini con le Marche e l’Emilia Romagna, giunse alla Marsiliana, la tenuta dei principi Corsini, per trasferirsi poi nell’azienda di Rispescia, di proprietà di Luigi Ponticelli, anch’esso originario del Casentino.
Qui, nei mille ettari alle porte di Grosseto, apprese i primi rudimenti del mestiere del buttero ed iniziò il suo lavoro con il bestiame brado, sino a ricoprire il ruolo di massaro.
Talmente abile con gli animali, una volta ad una mostra del bestiame a Firenze, Nicola in sella all’inseparabile Diluvio, mise in mostra le sue eccezionali capacità, bloccando inferociti tori sfuggiti dalla fiera che seminavano il terrore sulle sponde dell’Arno.
Le cronache dell’epoca riportarono questa impresa e così iniziò la leggenda del buttero di Sestino, che crebbe nell’intreccio con quella di Buffalo Bill.
Si favoleggia, che nel 1906 quando il colonnello Cody portò per la seconda volta in Italia lo spettacolo Wild West Show, durante lo spostamento da Roma a Firenze, la sua variopinta carovana sostò nei pressi della tenuta Ponticelli e qui in campo aperto si accese una sfida tra cow boy e butteri alla fine quale Buffalo Bill, battuto regalò il lazo servito per catturare vacche e cavalli, al buttero Nicola Regi, riconoscendone la superiorità.
Ma la fama di questo uomo, non finisce qui, si narra, infatti, che lo scultore Tolomeo Faccendi si sia ispirato a questa figura mitica, quando su incarico di Luigi Ponticelli, realizzò in bronzo il monumento al Buttero della Maremma, la cui copia fa bella mostra di se nella piazza della stazione di Grosseto.
Una bella pagina di storia della Transumanza raccontata dai Cavalcanti della Tradizione, che quest’anno: “Sulle orme di Nicola Regi. Il buttero con la lacciaia”, partendo dalla sua casa natale in Casentino, arriveranno dopo nove giorni di sella a Grosseto, entrando in Maremma attraverso la “calla” doganale di Paganico, punto di convergenza dove il bestiame veniva sottoposto alla conta.
Quindici cavalieri su bei Maremmanoni, una razzetta di dieci puledri scossi ed un mulo, sfileranno il 23 settembre nelle vie e nel corso del centro storico, prima di essere accolti nella piazza principale dalle autorità locali e dal sindaco casentinese per uno scambio simbolico di doni tra le due municipalità ed un ringraziamento ai cavalieri, “motori” dell’iniziativa, che hanno studiato il territorio, gli antichi percorsi, impegnandosi nella ricerca ed utilizzando come fonti non solo informazioni di archivi, ma anche racconti, storie e testimonianze, fondamentali per la trasmissione di memorie che sono il carattere di questa terra antica dalla storia millenaria.
Ambra Famiani
Tratto da: www.anamcavallomaremmano.com

Torna alle news

Il payoff ed altre frasi pubblicitarie.

La mia sella, una Bardella tolfetana in cuoio liscio.

 

Non c’è un momento sprecato nella vita se viene speso in sella.
Winston Churchill

Questo sarebbe uno splendido payoff, cioè la frase che segue il marchio, anche se però è troppo lunga, meglio come headline.

Dall’Inglese “saldare”, cioè pagare dopo e la “ricompensa”.

Il payoff è una frase che “paga” dopo il marchio e in comunicazione è la “ricompensa” della promessa proclamata dal payoff.

Confuso spesso con headline e slogan, il payoff è uno degli elementi decisivi di una pagina pubblicitaria, di un’intera campagna di brand building.
In definitiva, creare un payoff efficace vuol dire definire il futuro della marca.

Il payoff ha il ruolo di riassumere i valori aziendali e lasciare una promessa al pubblico.
Rendendola attraente, interessante, riconoscibile.
Per questo la scrittura di un payoff o claim, insieme al naming e all’headline, è una delle imprese più complesse per un copywriter.
Ma anche una di quelle che danno il senso al nostro lavoro.

Il payoff è dedicato al brand.
Il claim è la promessa rivolta alla campagna pubblicitaria.
L’headline è il titolo del messaggio.
Il naming, cioè “denominare”, nel lessico del marketing è lo studio della scelta dei nomi dei prodotti, dei servizi e anche dell’impresa stessa.
Fare brand building significa costruire per la propria azienda una reputazione riconoscibile e valida.

In media, il numero di persone che leggono l’headline è cinque volte superiore a quello del body copy (la parte descrittiva dell’annuncio pubblicitario).
Quando hai scritto la tua headline, hai speso ottanta centesimi del tuo dollaro.
David Ogilvy (conosciuto come il “padre della pubblicità”).

CABALLERO E CARMENCITA

Caffè Paulista: payoff “UN AMORE DI CAFFÈ”.

Torna alle news

Galleria fotografica di Canino 2021.

Nel cuore della Maremma laziale, per sottolineare il legame culturale con due ben precisi territori.
E per il 2021 quindi tocca a Canino accogliere cavalli e allevatori, amici e appassionati del vasto mondo legato alla tradizione della monta da lavoro italiana.
Ragione prima della Mostra è ovviamente l’evento tecnico. Dai puledri del 2020 in avanti, suddivisi nelle varie categorie i giovani cavalli  e le fattrici  con l’onore di quella ‘M’ davanti al nome si sottoporranno alla valutazione di giudici ed esperti.
E a soddisfare gli occhi e la curiosità degli appassionati c’è anche la Vetrina degli Stalloni.
I signori della razza, che con la loro potente bellezza sono un piacere per chi li ammira e osserva anche senza finalità allevatoriali.
Ma oltre a questo a Canino c’è di più. E davvero il presidente della rassegna viterbese, Sergio Marcoaldi,  che l’ha presa in carico dal 2013 è riuscito a darle una impronta del tutto caratteristica.
Perché l’anima della Mostra di Canino è fatta di tranquillità, e lo spirito che le riconosce chi la frequenta è quello dell’amicizia, della familiarità.
Un appuntamento dove sai di respirare aria positiva.
E con una vera miriade di piccoli eventi dentro l’Evento che, con questo taglio particolare, vogliono far brillare tutte le sfaccettature di un mondo prezioso e ricco: quello della tradizione maremmana e dei butteri.
Da qui vere e proprie chicche, come la Gara di eleganza tipica Maremmana.
Che ha un regolamento  interessantissimo da leggere anche soltanto per cultura generale, ad esempio: lo sapevate che sono almeno 8 i tipi di sella utilizzati dai butteri?
E ognuna prevede testiere, accessori e imboccature particolari.
E a proposito di cultura, sarà proprio alla Mostra di Canino che verrà proiettato per la prima volta un documentario dedicato alle due anime della monta da lavoro tradizionale italiana.
Si chiama ‘Prospettive di Maremma‘, è stato voluto e pensato da Biagio Prugnoli e Fabrizio Mecocci e girato da un noto documentarista olandese, Thomas Overal.
Con la indispensabile e preziosa collaborazione del Circolo La Bardella Maremmana di Marta e dei butteri della Fattoria di Pomonte, il documentario nasce proprio per raccontare le differenze esistenti all’interno di questo mondo.
Perché le differenze sono una ricchezza, diverse espressioni di un unico e prezioso patrimonio: e la Maremma ne è ricca davvero.

©2021 Maria Cristina Magri www.cavallomagazine.it

Torna alle news

Canino: sabato 25 settembre 2021.

SABATO 25 SETTEMBRE

Ore 9.00
Inizio mostra e valutazione dei cavalli maremmani A.N.A.M. partecipanti alla gara di morfologia, con presentazione al pubblico ed ai giudici dei soggetti in selezione provenienti dai migliori allevamenti italiani, lavori della giuria degli esperti di razza che assegneranno punteggi e decreteranno le classifiche di Mostra e Tappa di Campionato. Gli stessi cavalli verranno giudicati della giuria popolare per l’assegnazione del premio “La Qualità nella Tradizione” intitolato a “Mario Morano”

Ore 10.30
Giancarlo Cerofolini e Marco Mariotti presentano “IL CAVALLO MAREMMANO AL LAVORO CON IL BESTIAME”. (Durante la giornata verranno proposte dimostrazioni del lavoro a cavallo e con il bestiame maremmano in un area dedicata)

Ore 11.30
STAGE – CORSO DI FORMAZIONE : “La gestione razionale e conduzione dello stallone nella monta a mano” a cura di ENRICO TRIFOGLI, conosciuto nel mondo equestre come “Merendina”, fantino di corse in piano e successivamente stalloniere in scuderie di livello internazionale. (Iscrizione gratuita dei partecipanti con rilascio attestato ricordo di partecipazione)

Ore 15.00
Incontro tra istituzioni ed allevatori – CONVEGNO “IL CAVALLO MAREMMANO RISORSA GENETICA TESTIMONE DI STORIA, BIODIVERSITÀ, CULTURA E QUALITÀ DEL TERRITORIO” – PROGETTO EQUINBIO.2 – PSRN – Sottomisura 10.2 – Biodiversità 2014-2020 FEASR

Ore 16.30
Presentazione stalloni maremmani in attività

Ore 17.30
“Tiro dell’Arco a Cavallo” – Il presidente della G.E.A.N. Salvatore Summa, presenterà e spiegherà al pubblico la disciplina del Tiro con l’Arco a Cavallo, seguirà dimostrazione pratica del campione italiano Stefano Summa, che si cimenterà in sella ad un cavallo maremmano

Ore 18.00
Spettacolo equestre “Carosello Maremmano” presentato da Nico Belloni con tanti ospiti, con i gruppi di butteri della Maremma e la partecipazione di artisti equestri che operano, addestrano e lavorano con i cavalli maremmani

Torna alle news

Canino (VT) 24-25-26 settembre 2021.

XLI MOSTRA NAZIONALE DEI RIPRODUTTORI ISCRITTI AL LIBRO GENEALOGICO
DELLA SPECIE EQUINA DI RAZZA MAREMMANA
II TAPPA DEL CAMPIONATO NAZIONALE DI MORFOLOGIA ANAM
PRE-SELEZIONE PULEDRI DI DUE ANNI PER L’APPROVAZIONE COME STALLONI
XIX MOSTRA – RASSEGNA REGIONALE DEL CAVALLO MAREMMANO E DERIVATO
CANINO (VT) 24-25-26 SETTEMBRE 2021

VENERDÌ 24 SETTEMBRE
Ore 08.00-20.00
Arrivo e sistemazione cavalli
Ore 11.00-14.00
Pre-testaggio puledri di 2 anni – lavori delle giurie e dei veterinari

SABATO 25 SETTEMBRE
Ore 9.00
Inizio mostra e valutazione dei cavalli maremmani A.N.A.M. partecipanti alla gara di morfologia, con presentazione al pubblico ed ai giudici dei soggetti in selezione provenienti dai migliori allevamenti italiani, lavori della giuria degli esperti di razza che assegneranno punteggi e decreteranno le classifiche di Mostra e Tappa di Campionato. Gli stessi cavalli verranno giudicati della giuria popolare per l’assegnazione del premio “La Qualità nella Tradizione” intitolato a “Mario Morano”
Ore 10.30
Giancarlo Cerofolini e Marco Mariotti presentano “IL CAVALLO MAREMMANO AL LAVORO CON IL BESTIAME”. (Durante la giornata verranno proposte dimostrazioni del lavoro a cavallo e con il bestiame maremmano in un area dedicata)
Ore 11.30
STAGE – CORSO DI FORMAZIONE : “La gestione razionale e conduzione dello stallone nella monta a mano” a cura di ENRICO TRIFOGLI, conosciuto nel mondo equestre come “Merendina”, fantino di corse in piano e successivamente stalloniere in scuderie di livello internazionale. (Iscrizione gratuita dei partecipanti con rilascio attestato ricordo di partecipazione)
Ore 15.00
Incontro tra istituzioni ed allevatori – CONVEGNO “IL CAVALLO MAREMMANO RISORSA GENETICA TESTIMONE DI STORIA, BIODIVERSITÀ, CULTURA E QUALITÀ DEL TERRITORIO” – PROGETTO EQUINBIO.2 – PSRN – Sottomisura 10.2 – Biodiversità 2014-2020 FEASR
Ore 16.30
Presentazione Stalloni Maremmani in attività
Ore 17.30
“Tiro dell’Arco a Cavallo” – Il presidente della G.E.A.N. Salvatore Summa, presenterà e spiegherà al pubblico la disciplina del Tiro con l’Arco a Cavallo, seguirà dimostrazione pratica del campione italiano Stefano Summa, che si cimenterà in sella ad un cavallo maremmano
Ore 18.00
Spettacolo equestre “Carosello Maremmano” presentato da Nico Belloni con tanti ospiti, con i gruppi di butteri della Maremma e la partecipazione di artisti equestri che operano, addestrano e lavorano con i cavalli maremmani

DOMENICA 26 SETTEMBRE
Ore 9.30
“Eleganza Maremmana” gara con presentazione ai giudici dei binomi montati in abbigliamento e bardatura maremmana e premiazione del miglior binomio
Ore 10.30
Giancarlo Cerofolini e Marco Mariotti presentano “IL CAVALLO MAREMMANO AL LAVORO CON IL BESTIAME”. (Durante la giornata verranno proposte dimostrazioni del lavoro a cavallo e con il bestiame maremmano in un area dedicata)
Ore 10.30
Dimostrazione di abilità e addestramento in monta maremmana – aperta esclusivamente a cavalli iscritti al libro genealogico del cavallo maremmano (A.N.A.M.) (Regolamento e premi su sito A.N.A.M o pagina Facebook – Mostra Cavallo Maremmano Canino)
Ore 12.00
Presentazione Stalloni Maremmani in attività
Ore 15.00
Premiazione primi classificati nelle rassegne morfologiche, con presentazione e sfilata dei soggetti primi classificati alla gara di morfologia A.N.A.M. e Assegnazione Premio Allevatoriale intitolato a Mario Morano “La Qualità nella Tradizione”
Ore 17.30
“Tiro dell’Arco a Cavallo” – Il presidente della G.E.A.N. Salvatore Summa, presenterà e spiegherà al pubblico la disciplina del Tiro con l’Arco a Cavallo, seguirà dimostrazione pratica del campione italiano Stefano Summa, che si cimenterà in sella ad un cavallo maremmano
Ore 18.00
Spettacolo equestre “Carosello Maremmano” presentato da Nico Belloni con tanti ospiti, con i gruppi di butteri della Maremma e la partecipazione di artisti equestri che operano, addestrano e lavorano con i cavalli maremmani

 

 

Torna alle news

Il posizionamento su Google (SEO) quali sono le nuove tendenze?

Con la sigla S.E.O. – Search Engine Optimization – si intendono tutte quelle pratiche che servono affinché un sito web possa essere trovato tra i primi risultati possibili su Google per parole e frasi pertinenti a ciò che il sito offre (link a https://www.giuseppe.ponticelli.name/posizionamento-sito-siena-seo/).

Tutti si rendono conto, soprattutto per esperienza personale di navigazione, che quei siti, che riescono a figurare nei primi posti della lista di Google, hanno una probabilità molto più alta di essere visitati rispetto a quelli che arrivano più indietro, per questo tutti coloro che posseggono un sito vogliono arrivare davanti, per le parole chiave che più gli interessano. Le tecniche nel tempo si sono consolidate tanto che alcuni hanno cominciato a pensare che ormai lavorare sul posizionamento fosse diventato inutile.

Ma non è così.

Riuscire a farsi trovare su INTERNET è un obiettivo troppo importante per tralasciarlo, sia per una piccola realtà commerciale che per una azienda più strutturata. Oltretutto gli algoritmi di Google, che determinano il valore di una pagina nel confronto con quelle dei concorrenti, si stanno affidando sempre di più all’intelligenza artificiale rispetto a semplici statistiche testuali come facevano un tempo. Per capirsi, una volta Google faceva il conto di quante volte una parola chiave era contenuta in un testo e sulla base di quel conto dava un punteggio (oltre ovviamente ad altri criteri). Adesso Google capisce il senso della pagina, anche se quella parola chiave non è mai citata espressamente, ma soprattutto capisce meglio quello di cui  abbiamo bisogno.
Una volta era comune ripetere più volte una ricerca per permettere a Google di individuare quello di cui avevamo davvero bisogno, partendo da termini generici, fino ad arrivare a circoscrivere i risultati pertinenti alle nostre intenzioni, eliminando il resto.
L’obiettivo di Google è quello di arrivare ad interpretare quello che ci serve senza richiederci sforzi, ma utilizzando la nostra posizione geografica o il nostro storico delle ricerche o il modo in cui ci siamo espressi e persino considerando le ricerche fatte da altri per lo stesso argomento (in fondo non è questo quello che fa l’intelligenza artificiale? Ossia imparare dall’esperienza).  Questo, se ci vogliamo soffermare a pensarci, è rivoluzionario, ma necessario, specie se ci immaginiamo che sempre di più, da qui in avanti, ci affideremo agli assistenti vocali. Google interpreterà la nostra richiesta e analizzerà sito per sito per trovare quello che risponderà meglio soprattutto in senso semantico. Come detto funzionerà sempre meno infarcire i testi con parole chiave a caso, slegate dal testo, ma la stesura dei testi stessi dovranno raggiungere un livello superiore, dovranno essere pensati, molto più di adesso, a rispondere alle esigenze dell’utente.
Per fare questo diventa fondamentale uno studio approfondito delle tendenze di ricerca e delle statistiche di traffico del sito per determinare una vera e propria analisi comportamentale di quello che parte come utente, ma che può, se soddisfatto, diventare un cliente. Ogni parola, ogni termine conta e non è più possibile pensare di non dedicare il giusto tempo alla stesura dei testi per le pagine strategiche del sito.

Per questo la G.P. Comunicazione ha aggiornato il proprio metodo di lavoro su questo aspetto,
proprio per indirizzare i propri progetti a raggiungere un posizionamento utile agli obiettivi dei propri clienti.

I  contenuti devono rispondere alle domande, alle preoccupazioni e alle esigenze che i potenziali clienti esprimono nella ricerca e devi presentare il tuo sito per quei termini. In caso contrario, rischierai che altri li influenzino, lontano dal tuo marchio”. “Si tratterà di capire meglio i tuoi clienti e fornire loro contenuti di valore o rischiare di perderli per qualcuno che li capisce meglio… presentato loro dal loro amico fidato Google”.

Torna alle news

Giovanni Benvenuti quartet 15/09/2021.

Mercoledì 15 settembre 2021 alla Fortezza Medicea a Siena si è tenuto il concerto di Jazz del gruppo “Giovanni Benvenuti quartet”.

È stato suonato l’album “Paolina and the android”, quasi tutti i brani più altri di repertorio.

Giovanni Benvenuti sax
Giacomo Dal Pra piano
Francesco Pierotti double dass
Dario Rossi drums

“Paolina and the android” is a soundtrack for events we have not experienced yet; a music describing episodes from a distant past and an imaginary future. The music gets inspiration from history and science fiction: two apparently antithetical narratives, a past truly happened and an imaginary future, but which converge in giving sharper lenses to investigative the present.

“Paolina e The Android” è una colonna sonora per eventi che non abbiamo ancora sperimentato; una musica che descrive episodi da un passato lontano e un futuro immaginario. La musica ottiene ispirazione dalla storia e dalla fantascienza: due narrazioni apparentemente antitetiche, un passato è apparso davvero e un futuro immaginario, ma che converge nel dare lenti più nitide verso gli investigativi del presente.

 

 

Torna alle news

A cavallo nel Parco Regionale della Maremma e negli stradoni di Alberese.

Il 4 settembre sono andato in passeggiata di 2 ore e mezzo al Parco Regionale della Maremma ad Alberese.

La nostra guida è stata Margherita Barco ed ho mo montato il cavallo maremmano Lupo sellato con una Scafarda.

Siamo partiti e tornati all’agriturismo Il Gelsomino, passando per sentieri con sassi e campi dove era stato tagliato e raccolto il fieno, abbiamo visto da vicino mucche maremmane e da lontano fattrici sempre maremmane al pascolo.

Nella cartografia della zona compresa tra il Parco dell’Uccellina e i confini meridionali della Toscana sono elencate le principali torri costiere con l’esclusione di quelle ormai dirute.

Nel XV secolo la minaccia sempre crescente della potenza turca fu una delle maggiori preoccupazioni per i sovrani occidentali in quanto la pirateria faceva parte della politica marinara di queste popolazioni. I pirati infatti avevano l’obbligo di dividere il bottino con il loro governo, pertanto questa attività rappresentava per esso uno dei maggiori cespiti di guadagno; inoltre, va considerato che i pirati non si limitavano ad assalire le navi, ma facevano anche scorrerie e razzie sulla terraferma. Queste incursioni durarono, anche se con minore intensità, fino a tutto il XVIII secolo.

Il principio difensivo più valido, adottato fin dall’epoca romana, continuava a essere quello delle torri di avvistamento, ma, durante la dominazione senese, in questa zona ne erano state costruite ben poche. In territorio spagnolo le prime iniziative di protezione dalla pirateria furono promosse fin dai tempi della guerra fra Carlo V e Francesco I.

Nel Comune di Grosseto, vicino alla foce dell’Ombrone, troviamo la torre della Trappola e il Ridotto di Bocca d’Ombrone e scendendo verso sud, nella zona montuosa, le torri di Castelmarino, Collelungo e S. Rabano che fa parte del complesso monastico.

Ci sono molte altre torri in più Comuni del grossetano.

Tratto da: https://parco-maremma.it/conosci-il-parco/la-storia/torri/

 

 

 

Il 9 settembre sono andato con Margherita Barco per 1 ora a fare una passeggiata negli stradoni, che passano al margine dei campi dove è stato raccolto il fieno.
Ho montato ancora Lupo con la Scafarda.

Al ritorno Margherita ha portato fuori sempre per un’ora una ragazzina.

I cavalli dell’agriturismo “Il Gelsomino” sono veramente molto tranquilli, adatti a tutti.

Torna alle news