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Citroën Ami: la prova della microcar elettrica.

Innovativi e con quel tocco allegro.

Abbiamo provato Ami, la microcar elettrica di casa Citroën nata nell’anniversario dei 100 anni del marchio.

Anticonformisti e innovativi.

È questo lo spirito dei veicoli realizzati da Citroën da oltre cento anni.

Emblema è la Ami, la microcar simmetrica ed elettrica realizzata per festeggiare il secolo di storia del marchio francese.

Ami è un progetto presentato per la prima volta nel 2019 in occasione del Salone di Ginevra ed è la risposta concreta alle nuove aspettative di mobilità per i brevi percorsi: facile accesso ai centri urbani, mezzi di micro mobilità adatti a tutti, alternative reali a scooter, trasporto pubblico, monopattini, biciclette, soluzioni a costi accessibili, nuovi stili di consumo orientati al digitale.

Il design originale, la perfetta simmetria e il suo aspetto unico conferiscono ad Ami un carattere particolare.

La sua caratteristica simmetrica rappresenta un vantaggio per quanto riguarda la produzione: si possono fare economie di scale e, dato l’accordo tra il gruppo Psa (di cui è parte Citroën) e il gruppo Fca, i vantaggi potrebbero essere tangibili per entrambi i gruppi e non sarebbe lontana l’idea di veder circolare lo stesso veicolo con logo italiano.

La biposto è lunga 2,41 metri, larga 1,39 metri, alta 1,52 metri e con un diametro di sterzata di 7 metri, caratteristiche che le permette una marcata agilità in città e nei parcheggi.

I cerchi sono da 14 pollici e le sue possibilità di personalizzazione invitano a giocare con diversi “look”, grazie a 6 pack di accessori colorati disponibili.

Fonte: Il sole24 ore.

 

 

 

 

Di Ami della Citroën ne vedo alcune circolare a Siena, 2 o 3 di questo colore, non è una solita, questa l’ho fotografata in città al parcheggio per i motorini e le microcar adiacente allo stadio, subito fuori, tra San Domenico e la statua di Santa Caterina.

Lì ce la posteggiava anche mia moglie Sonia, la sua Piaggio AL 500, favolosa, bianca con tettino apribile nero e sportelli e cofani in alluminio.

Poi ne ha avuta un’altra più recente e più famosa, ma con le vibrazioni del motore si crettò lo sportello subito sotto la maniglia, era una Aixam GT.

Erano 500 di cilindrata; alla Piaggio il proprietario precedente aveva tolto i limitatori, faceva più di km/h. 80, li feci rimettere perché era pericolosa.

 

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