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La mia Bardella tolfetana.

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La bardella (deriva dall’arabo bardaah, sella senza arcione. La stessa origine ha il termine francese bardello, che indica una sella, ormai in disuso, che ha in comune con la sella maremmana l’imbottitura interna di pelo animale).

È la sella del cavalcante per eccellenza e viene usata da molto tempo nell’intero territorio maremmano. È anche la più povera delle selle usate dai butteri: pressoché priva di arcione, è infatti costruita intorno a un piccolo frontale di legno a semicerchio; per realizzarla è sufficiente poco pellame, mentre per il resto è fatta di tela imbottita di borra, cioè pelo. È una sella di grandi dimensioni, che aderisce interamente alla schiena del cavallo ed è particolarmente confortevole per il cavaliere. Caratteristica è la “cinghiatura”, che si effettua mediante un sottopancia privo di fibbie, che viene fermato passando e ripassando il laccio terminale di cuoio, detto squinzaglio, in appositi anelli. Ma con il generico termine di bardella si definiscono una molteplicità di versioni; il tipo di bardella detto toscanella, ad esempio, veniva prodotto a Tuscania e si distingueva dagli altri per la qualità dei materiali usati, per la lavorazione accurata e per talune ricercatezze nei particolari che la rendevano assai ambita dai cavalcanti nonostante fosse più costosa delle altre.

La biedana, originaria di Blera, era al contrario la più essenziale delle bardelle e veniva utilizzata anche come basto; realizzata totalmente in tela e paglia, quasi completamente senza cuoio, era spesso integrata da grandi bisacce, sempre di tela, chiamate verta.

La bardella oggi più diffusa è la tolfetana, che è anche la versione più recente di questo tipo di sella, creata tra il 1933 e il 1935 da Giuseppe Bartolozzi di Tolfa. Si differenzia dalla toscanella, che era più raccolta ed elegante, per la forma tozza della parte anteriore, per la sagoma e la decorazione dei cuscini e per le staffe che nella tolfetana sono di grandi dimensioni.

A Tolfa veniva prodotta anche la orvietana o viterbese, oggi in disuso, che si differenziava dalla tolfetana per la particolare forma del frontale, nel cui interno era realizzata una tasca segreta, detta “tasca del fattore”, molto utile in tempi di briganti.

La bardella da doma è chiamata in Toscana bardellone o domatrice, sella alla buttera nel comprensorio di Tuscania e bardella maremmana sui monti della Tolfa. Nasce come sella da prima doma ed ha perciò caratteristiche estetiche essenziali nonostante le grandi dimensioni; è una sella strettamente personale poiché, grazie alla particolare qualità dei materiali impiegati ed alla lavorazione, si sagoma perfettamente su colui che, come si dice in gergo, la doma, consentendo un’inforcatura eccezionalmente stabile. Più di ogni altra sella del suo genere, il bardellone rivela la sua discendenza dal basto campagnolo. Nel corso della sua esistenza ha mantenuto caratteristiche abbastanza stabili, le differenze riguardano per lo più le dimensioni, per il resto tutte hanno in comune il pellame, ossia il montoncino, ed i finimenti di particolare consistenza. Oggi la bardella nella maremma toscana è stata quasi completamente scalzata dalla scafarda, mentre è tuttora molto usata nel viterbese e nella provincia di Roma.

La sella alla buttera, conosciuta dagli addetti ai lavori come sella col pallino in Toscana e come fiorentina nel Lazio, è stata utilizzata a lungo nella maremma livornese e in quella grossetana.

Testo tratto da www.anamcavallomaremmano.com

Inizio commento

Mi è arrivato un bellissimo commento da un mio caro Amico, che ha risposto alla mia chat a seguito della campagna WhatsApp, lo pubblico in forma anonima con la sua autorizzazione.
Il mio babbo, che da giovane aveva frequentato la Maremma come dipendente degli Avanzati (guidava un camion Bianchi BL 1) e, in tempo di raccolta del grano, faceva la spola tra Siena e Montenero, usava dire, quando era affaticato e sudato, “ho fatto una bardella”.
Questa doveva essere un’espressione in uso in Maremma negli anni 20/30 del secolo scorso che forse faceva riferimento alla mole e al peso di quel tipo di sella.
Ho trovato la definizione amiatina di “Bardella”.
BARDELLA: grande sudata per fatica o febbre alta (stanotte avivo ‘na febbre da cavallu; ho fatto na bardella, si strizzevano e lenzoli) = (questa notte avevo la febbre altissima; ho fatto una sudata da strizzare le lenzuola).

Fonte: www.amiatainvetrina.com/dialetti-amiatini
Bisogna scorrere fino alla lettera “B” e purtroppo il testo si legge male perché è bianco, consiglio di cercare Bardella.

 

 

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