Ogni fotografo che sia mai stato ad un concerto sa benissimo quante opportunità esso fornisca di creare magnifici scatti.
Le band più affermate regalano ai loro fan ad spettacoli di luce e coreografie entusiasmanti.
Ma anche i concerti dei musicisti meno famosi non sono parchi di occasioni fotografiche.
Infatti, anche togliendo tutti gli effetti speciali, rimane un’immensa ricchezza di gesti, espressioni, movimenti dei musicisti da immortalare.
Ma soprattutto, nel caso di artisti meno famosi è spesso possibile avere accesso a posizioni piuttosto vicine al palco e riuscire quindi a catturare dettagli altrimenti inaccessibili.
Poter portare a casa belle foto non è facile e richiede alcune attenzioni.
Dovete possedere una macchina che abbia la modalità a priorità di apertura o di tempi (indicate dalle sigle A ed S su Nikon o Av e Tv su Canon) o del modo manuale (indicato dalla lettera M).
Tutte le reflex digitali ne sono provviste e anche le fotocamere bridge.
Tra le digitali compatte, probabilmente solo le più costoso forniscono queste modalità.
È un gruppo musicale rock progressivo italiano formato nel 1971.
Tra i gruppi italiani rock progressivo degli anni settanta (Banco del Mutuo Soccorso, Stormy Six, Osanna, Acqua Fragile, The Trip, Goblin, Area, Perigeo, Le Orme, Opus Avantra, New Trolls), la Premiata Forneria Marconi è stata l’unica a ottenere successo fuori dai confini nazionali e in particolare negli Stati Uniti d’America.
All’epoca fu tra i pochi complessi italiani a entrare nella classifica degli album nella celebre rivista statunitense Billboard.
È musicalmente imparentata con band come i Genesis, la parte progressive dei Pink Floyd o i primi King Crimson e Gentle Giant.
Inoltre ha saputo evolvere il proprio stile anche nei decenni successivi grazie anche alle notevoli doti tecniche dei suoi componenti.
La Premiata Forneria Marconi è a tutti gli effetti l’evoluzione musicale e artistica di “Quelli”, un quintetto che nella seconda metà degli anni sessanta si era fatto conoscere nell’ambiente della discografia italiana per la qualità, la preparazione e la tecnica strumentale dei suoi componenti.
Il batterista Franz Di Cioccio, il chitarrista Franco Mussida, il tastierista Flavio Premoli e il bassista Giorgio “Fico” Piazza, il cantante Teo Teocoli (che li abbandona nel 1967), componenti portanti del complesso, erano tra i più richiesti musicisti di sala italiani: incidevano per Mina, Lucio Battisti, Fabrizio De André e tanti altri.
Furono proprio le loro doti tecniche a permettere ai componenti della band di diventare qualcosa di più di session men di lusso.
Alla fine degli anni sessanta il rock si stava evolvendo in nuove forme attingendo da quasi tutti gli altri generi musicali.
Il rock progressivo, che stava muovendo i primi significativi passi soprattutto in Inghilterra, richiedeva grandi doti strumentali e tecniche.
Iniziavano a imporsi complessi formati da strumentisti eccellenti, molti dei quali diventeranno i maggiori virtuosi della storia del rock.
Il nuovo genere, ricco di accenti classici, folk, jazz, ecc., si dimostrò ideale per i componenti del quintetto “Quelli”.
Era l’idea, caposaldo del progressive, di comunicare principalmente con gli strumenti, proprio perché l’evoluzione della tecnica strumentale rock permetteva di allargare l’orizzonte musicale dallo schema della canzone a quello del movimento, della suite o, addirittura, della sinfonia e dell’opera.
Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore, compositore, polistrumentista e attore italiano.
Lucio Dalla nel 1949 all’età di 6 anni, durante una recita scolastica.
Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più innovativi e versatili cantautori della musica italiana.
Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato in vari generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale.
Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura anche paroliere e autore dei suoi testi.
Nell’arco della sua carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato il pianoforte, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo.
La sua produzione artistica ha attraversato più fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore.
Conosciuto anche all’estero, alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.
L’attività musicale di Dalla può essere racchiusa in quattro ampi periodi: “le origini jazz e le varie partecipazioni sanremesi” (tra il 1962 e il 1972), la “collaborazione con Roversi” (tra il 1973 e il 1976), la “maturità artistica” (tra il 1977 e il 1996) e la “fase pop” degli ultimi anni, alternata da varie incursioni nella musica colta e accademica.
Tornato adolescente a Bologna si appassiona alla musica jazz.
Walter Fantuzzi, marito della socia nella sartoria della madre, per il suo decimo compleanno gli regala un clarinetto.
Così il giovane Lucio, da assoluto autodidatta, impara a suonare lo strumento, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città.
In qualità di clarinettista diviene membro di un complesso jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fa parte anche il regista Pupi Avati il quale, sentendosi “chiuso” dal talento di Dalla, abbandona presto il gruppo, trovando in futuro la via del cinema.
Sempre a quel periodo risale l’incontro con Chet Baker, leggendario trombettista statunitense.
Lucio è poco più che un ragazzino e già virtuoso al clarinetto, viene invitato a suonare più volte con il grande jazzista, che all’epoca viveva a Bologna.
L’artista, in un intervento raccolto nel suo libro “Gli occhi di Lucio”, racconta come all’epoca guardasse in maniera un po’ schizzinosa la musica leggera, «perché ero un jazzista sorprendentemente bravo già a quindici, sedici anni», ricordando, con affetto, proprio le jam session con il grande trombettista.
Il giovane Dalla, in seguito, duetterà con altre importanti figure del jazz come Bud Powell, Charles Mingus ed Eric Dolphy.
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Sicuramente due diverse direzioni della musica Italiana quella importante, Dalla con i suoi testi sempre moderni ed il suo “scat” imitatissimo e subito riconoscibile, PFM grandi esploratori del progressive Italiano, grandi musicisti da sempre con melodie a volte complicate, a volte semplici, ma non banali, godibilissime da reinterpretare in qualsiasi forma per tutti i musicisti di tutti i tempi, me compreso!
Sono d’accordo Paolo, di Lucio Dalla ho vinili e CD audio, della PFM non ho niente, ma avevo delle cassette audio, ormai smagnetizzate, acquisterò qualcosa.
Di Lucio Dalla voglio recuperare qualcosa del periodo Jazz.