Le antiche vie della Transumanza in Maremma.
(testo tratto da turismoinmaremma.wordpress.com – photo ©1950 famiglia Ponticelli)
Un tempo, viandanti, pastori e soldati percorrevano a piedi o a cavallo le antiche vie della Transumanza per raggiungere, dal Senese o dall’Appennino, la Maremma.
Questo varco, segnato principalmente dal fiume Ombrone, divenne in epoca medievale di una rilevanza oggi difficilmente immaginabile: che fosse per il trasporto del sale, merce preziosa, per i pellegrinaggi sulla Via Francigena o, attività ancora più importante, per la transumanza, la Valle dell’Ombrone costituiva uno snodo, il cui controllo era molto ambito.
L’inizio della transumanza di bestiame in Maremma, si perde nella notte di tempi. Di sicuro durò ininterrottamente dal 1200 agli anni 50 del 1900. La rete viaria per la transumanza all’interno della Toscana, rete delle strade dogane, è stata utilizzata infatti dal Medioevo fino a quando i pascoli pubblici non sono andati in disuso o convertiti in pascoli privati: le dogane erano la parte terminale di quei percorsi che nei secoli videro arrivare in Maremma le greggi Transumanti dal Casentino, dal Pistoiese, dal Fiorentino e dalla Romagna.
Sulle vie della transumanza, nel punto in cui la valle fluviale si apre, sorge Paganico, considerato la “porta della Maremma“; il borgo, che fu fondato dai senesi verso la fine del XIII sec., fu edificato e fortificato secondo una precisa pianificazione urbana allo scopo di svolgere una funzione doganale, di libero scambio commerciale e di difesa della bassa Valle dell’Ombrone.
Alle spalle di Paganico, altre località, oggi piccolissime e pressoché disabitate, costituivano fondamentali stazioni del cammino. Dogana fu scelta dalla Dogana dei Paschi di Siena (da qui il toponimo) come accesso alla Maremma grossetana e fino al 1776 i pastori dovevano pagare l’erbatico al Monte dei Paschi (dal latino herba, il termine erbatico indicava il diritto di raccogliere erba nei fondi altrui o, in questo caso, di far pascolare il proprio bestiame).
Fercole, invece, era una sosta obbligata della diligenza nel viaggio verso la Maremma lungo la strada Regia Grossetana, un albergo e una stazione di posta; qui vigeva l’usanza per i contadini del posto di concedere alcuni giorni di pascolo ai pastori transumanti in cambio di latte e formaggi.
Il borgo leggermente più grande di Pari, nel corso del Duecento, passò nelle mani di diverse famiglie nobili senesi, come i Rinuccini, gli Squarcialupi, i Forteguerri, i Buonsignori e infine i Malavolti, i quali rilevarono tutta la proprietà e giurisdizione di Pari per imporre dei pedaggi.
Sasso d’Ombrone, la cui denominazione medievale era Sasso di Maremma, sorse e si sviluppò proprio nel punto in cui era possibile un attraversamento del fiume Ombrone, diventando così un passaggio obbligato.
Anche più a Sud si trovano numerosi abitati, un tempo importanti crocevia per i transumanti. Murci si trova proprio su un quadrivio, formato dalle dogane che univano Sovana e Saturnia con Roselle e la Valle dell’Ombrone in direzione Est-Ovest ed Orbetello con l’Amiata e Cinigiano (altro punto d’ingresso delle greggi transumanti nelle terre di Maremma) in direzione Sud-Nord.
Oggi la rete stradale delle vie dogane è pressoché irriconoscibile, talvolta inglobata nella rete viaria odierna; talvolta totalmente abbandonata e persa. In tal senso la poca riconoscibilità è dovuta anche al fatto che le strade dogane in Toscana erano le strade di comune utilizzo per il trasporto delle merci e gli unici segnali che le distinguevano dalle vie comuni e le caratterizzavano per la funzione legata al pascolo erano esclusivamente la maggiore dimensione (che si andò progressivamente riducendo con l’alienazione delle superfici a lato) e la presenza di alcune stazioni di controllo (denominate calle) che via via divennero comuni casali.
Progetti di recupero delle antiche vie della transumanza sono stati pensati più volte: una delle proposte più interessanti è quella di un’utilizzazione dei tratti ancora riconoscibili e percorribili per la creazione di percorsi trekking e per mountain bike e di ippovie.
(testo tratto da turismoinmaremma.wordpress.com – photo ©1950 famiglia Ponticelli)
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Forse il nome Paganico viene proprio dalla funzione doganale, di riscossione: amico, qui si paga…!
Sono appassionato di storie di transumanza e un giorno, passando per lavoro da Paganico, ho avuto subito la sensazione di un luogo legato alla transumanza per le porte di accesso e per il posto dove si trova. Complimenti.
Notizie interessanti relative ad alcune perle della Maremma.
Come tutto si trasforma col tempo. È più conosciuto l’Abruzzo per la transumanza. Andrebbe realizzato un bel documentario od una mostra fotografica sull’argomento. Grazie per il post.
La stessa esistenza di Grosseto è legata alle transumanze.
La stessa popolazione di Grosseto ha origine dalle transumanze.
Siamo praticamente tutti “figli delle transumanze”.
Sono testimonianze del passato molto preziose… Speriamo che vengano valorizzate.