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Storia della famiglia Ponticelli di cui faccio parte.

Nato da Stefano Ponticelli e Annunziata Del Punta, in una famiglia di proprietari terrieri della Maremma grossetana, il nonno paterno Francesco Ponticelli si laureò in giurisprudenza ed esercitò la professione di avvocato.

Dopo la morte del padre (1906) intraprese giovanissimo, insieme al fratello Alfredo, la trasformazione fondiaria delle loro proprietà terriere tra la Principina e Le Strillaie, favorendo la costruzione di una rete stradale, la sistemazione idraulica-agraria dei terreni e la realizzazione di una maglia di appoderamento con case coloniche e stalle: furono nove in totale i poderi costruiti e affidati ai mezzadri e l’ultimo fu inaugurato nel 1942. Nel 1927, all’interno del Grand Hotel Bastiani stipulò, insieme ad altri otto proprietari terrieri, l’atto costitutivo del Consorzio di Bonifica Grossetana.

Inizialmente iscritto al Partito Popolare Italiano – nel 1920 fu membro del Comitato provinciale di Grosseto – fu uno degli esponenti più autorevoli per la costituzione del partito della Democrazia Cristiana nelle province di Grosseto e di Siena. Nel 1946 fu deputato per la DC dell’Assemblea Costituente, ma si dimise nel mese di settembre lasciando il posto a Reginaldo Monticelli.

Dal 1954 al 1959 fu presidente del Monte dei Paschi di Siena.

Sposò mia nonna paterna Giulia Mocenni, figlia di Stanislao Mocenni, mio bisnonno paterno, Ministro della Guerra, il quale portò Garibaldi in esilio fuori da Siena.

Membro di una famiglia senese, giovanissimo intraprese la carriera militare e divenne ufficiale dell’esercito del Granducato di Toscana. Passato nel 1860 in quello italiano, si distinse nella repressione del brigantaggio nell’Italia meridionale.
Fu nominato generale il 15 dicembre 1883. Fu deputato dal 1874 al 1900 e ministro della guerra con Francesco Crispi dal 1893 al 1896. Fu lui a proporre al consiglio dei ministri l’invio di truppe in Africa per la Battaglia di Adua e dovette dimettersi con il governo Crispi IV a seguito proprio del tragico fallimento di tale impresa.

Uno dei figli di mio nonno paterno Francesco fu mio padre Lorenzo Ponticelli.

Fu Pretore a Susa, Giudice al Tribunale di Grosseto (io sono nato appunto a Grosseto), Magistrato di Cassazione a Roma, Presidente del Tribunale di Siena e Presidente di Sezione della Corte di Appello di Firenze.

Moglie di mio padre Lorenzo fu mia madre Eloisa Pierrottet.

Nata a Napoli, cresciuta in Liguria a Pietra Ligure, ha vissuto a Milano dove divenne Assistente Sociale e sposata si trasferì a Grosseto e poi a Siena.

Direttrice della Carità Diocesana di Siena, creò molte Opere Sociali tra cui la Casa Emmaus con il contributo dell’allora Banca di Monteriggioni, oggi ChiantiBanca.

Mia madre Eloisa era figlia di mio nonno materno Ottavio Pierrottet e di mia nonna Anna Accame.

Mio nonno Ottavio fu Ingegnere Navale in Liguria, ma girò mezzo mondo, andò anche in Africa.

Sono figlio primogenito di Lorenzo e di Eloisa e le mie sorelle sono Agnese e Teresa.

Io mi sono sposato con Faith Aigbadion della zona del Benin in Nigeria ed ho un figlio, Daniel Ponticelli.

Nelle immagini c’è anche mia moglie Faith Aigbadion quando visitò la mia mostra “Aqua” che esponevo nel 2002 nella Galleria “Didee” in Via Del Poggio 3 a Siena dietro al Duomo.

Sono diventato vedovo, perché mia moglie è deceduta all’età di 40 anni, 1 mese ed 1 giorno.

Io sono un professionista della comunicazione, un creativo, Art Director, fotografo di Still life ed artistico, blogger, copyright ed autore di libri: https://www.giuseppe.ponticelli.name/chi-sono-agenzia-comunicazione-siena/

 

 

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5 commenti su “Storia della famiglia Ponticelli di cui faccio parte.

  1. I nostri vecchi erano intraprendenti. Dagli avari Monti del Casentino non ebbero timore a scendere al piano, un mondo apparentemente vicino, ma assai diverso. Arrivarono a Siena, il nostro ramo, ed a Colle Val d’Elsa, e si insediarono molto bene.
    Poi, quando il Granduca proclamò che avrebbe regalato terre a chi avesse voluto spostarsi nella inospitale, malarica Maremma, colsero l’occasione e – senza abbandonare Siena – si trasferirono ancora, questa volta a Grosseto.
    La nostra trisavola Rosa Castellini apri una locanda a Porta Vecchia e seppe darsi da fare, tanto che suo figlio Guglielmo, nonno del nostro nonno Francesco, divenne amministratore e fiduciario del Granduca per le terre di Maremma, e in particolare l’Alberese.
    Questo non gli impedì di darsi da fare in proprio: acquisì molte terre ed edificò il palazzo, ancora visibile, in piazza della Palma.
    Sposo Luisa Pierini, che portò in dote alla famiglia la pineta ed i capelli rossi.

    1. Sandro, ci tenevo molto ad un tuo commento.
      Grazie. Sei il successore della zia Teta, Caterina, per la storia della nostra famiglia, che conosci meglio di tutti noi.

    2. Bravo Sandro, hai descritto in poche parole la storia della nostra grande famiglia, da Imma Ponticelli che ha ereditato anche lei i capelli rossi!

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