Secondo me Claudio Fasoli ha attraversato la storia del Jazz italiano con una curiosità a servizio di un’idea musicale mai statica, ma continuamente messa in discussione.
È un jazzista d’avanguardia ed un artista poliedrico: sassofonista, compositore, arrangiatore, art director e docente.
Nato a Venezia, ma milanese d’adozione, già nel periodo universitario ebbe vari contatti negli ambienti del Jazz bolognese, che lo portarono a collaborare con molti musicisti prestigiosi.
Mi piace da sempre per i suoi virtuosismi con il sassofono.
Riporto due recensioni.
Claudio Fasoli ha chiamato con sé molto spesso artisti di varie provenienze.
«Land» (1988) lo vede alla testa di un trio che comprende gli indimenticabili Kenny Wheeler e J. F. Jenny Clark.
Scorrono i brani, si passa dal divertimento (Tang) alla solennità (Beedie’s Time) ma è come se tutti facessero parte di un unico modo di sentire.
Insomma, un lirismo assai strutturato – ecco un’ulteriore costante fasoliana – oltre che contenuto dall’assenza della batteria, della quale a volte fa le veci il basso di Jenny Clark (vedi l’incalzante Kammertrio).
Piacentino da Musica Jazz, ottobre 2018.
Il rapporto del sassofonista con Wheeler si consoliderà lungo quattro dischi e molti concerti e trovano in Land un apoteosi fiatistica in cui si riconoscono i tocchi dei due interpreti, supportati dalle calibrate note di Clark.
Un trio sperimentale che riuscì a creare qualcosa di interessante seppure in un contesto parzialmente asciutto, dove il togliere elementi che stratificavano il suono sembrava la via più consona in quel momento nella personale visione di Claudio, che confermava il suo essere curioso e sempre in movimento.
Il non convenzionale, assurto su cui spesso si è basata la poetica fasoliana, si respira nelle ottime Kammertrio, divertente e liberatoria, e nella particolare vena di Tang, ma è tutto il disco ad offrire una partitura che avanza coesa e maestosa, come nella conclusiva e raffinata Beedie’s time.
Melodie ricercate, intrecci complessi, temi imponenti legati all’interplay nobile tra Fasoli e Wheeler, tutti elementi che fanno di Land l’ennesima piacevole riscoperta di una carriera davvero senza confini.
Luigi Cattaneo, docente laureato in Musicologia e Beni Musicali.
Ascolta «Tang» da YouTube.
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Sentito suonare alcune volte al Siena Jazz estivo. Musicista molto virtuoso…
Grazie Achille per il tuo commento che appezzo molto, tra l’altro lasciato da un jazzista che suona la batteria.