Il dagherrotipo.

La dagherrotipia fu il primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini (tuttavia non riproducibili). Messo a punto dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre (da cui trae il nome) da un’idea di Joseph Nicéphore Niépce e del figlio di questi, Isidore, venne presentato al pubblico nel 1839 dallo scienziato François Arago, presso l’Académie des Sciences e l’Académie des Beaux Arts.


Il dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato elettroliticamente uno strato d’argento, quest’ultimo sensibilizzato alla luce con vapori di iodio. La lastra deve, quindi, essere esposta entro un’ora e per un periodo variabile tra i 10 e i 15 minuti.

Lo sviluppo avviene mediante vapori di mercurio a circa e 60 °C, che rendono biancastre le zone precedentemente esposte alla luce. Il fissaggio conclusivo si ottiene con una soluzione di tiosolfato di sodio, che elimina gli ultimi residui di ioduro d’argento.

L’immagine ottenuta, il dagherrotipo, non è riproducibile e deve essere osservata sotto un angolo particolare per riflettere la luce in modo opportuno. Inoltre, a causa del rapido annerimento dell’argento e della fragilità della lastra, il dagherrotipo veniva racchiuso sotto vetro, all’interno di un cofanetto impreziosito da eleganti intarsi in ottone, pelle e velluto, volti anche a sottolineare il valore dell’oggetto e del soggetto raffigurato.

Per ridurre i tempi di sviluppo ed estendere così il campo d’applicazione della dagherrotipia anche al giornalismo, John Frederick Goddard utilizzò i vapori di bromo per aumentare la sensibilità della lastra, risultato che ottenne anche Antoine Claudet, ma con i vapori di cloro. Comunque anche l’unione di queste due tecniche e di obiettivi più luminosi non permise un’esposizione inferiore ai dieci secondi. L’utilizzo di vapori di mercurio rese la produzione di dagherrotipi un procedimento pericoloso per la salute.

L’Atelier dell’artista: un daguerréotype del 1837 realizzato dall’inventore di questo procedimento fotografico, Louis Jacques Mandé Daguerre.

L’Atelier dell’artista

Fonte

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Siena international Photo Awards 2023

Opera caricata online il 11/12/2022 per il
Siena international Photo Awards 2023

Data di inizio: 2 ottobre 2022
Deadline: 9 gennaio 2023

Titolo:
Autoritratto

Località:
Sottopassaggio di Grosseto per andare dal parcheggio in Ospedale

Categoria:
Street Photography

Descrizione:
Credo che le nostre strade dovrebbero avere degli spazi da destinare a quest’arte di strada, che però non dovrebbe essere fatta negli spazi non consentiti come questo. Quest’opera è composta da due immagini, quella in basso colorata al computer e quella alta virata in seppia, entrambe le immagini sono state scattate con pellicola in bianco & nero. Nell’immagine in basso propongo il mio autoritratto, avevo con me un piccolo cavalletto.

Autoritratto nel sottopassaggio di Grosseto per andare dal parcheggio in Ospedale
Modulo online per inviare l’immagine dal sito
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Kodak: “Premete il bottone, noi faremo il resto”.

Scrivere con la luce“: ieri è stata la Giornata mondiale della fotografia.

Questo è il suggestivo significato della parola fotografia, dal greco photos (luce) e graphìa (scrittura). Ai suoi esordi fu accolta dal pubblico alla stregua di una magia, per arrivare ai giorni nostri in cui è parte della nostra quotidianità per merito (o a causa) degli smartphone. Siccome si tratta di una tecnologia che non smette di affascinare, ieri 19 agosto si è celebrata la Giornata mondiale della fotografia. Istituita nel 2010 su iniziativa del fotografo australiano Korske Ara, noto per le sue coloratissime foto della natura più selvaggia, coincide con la data di nascita del dagherrotipo nel 1837 circa. Fino a quella data, per avere una riproduzione su stampa era necessario pitturarla.

Per avere dei dispositivi maneggevoli si deve aspettare il 1880, anno in cui viene abbandonato l’uso del collodio per fare spazio alla gelatina al bromuro d’argento. Nasce così la prima macchina fotografica portatile Kodak pubblicizzata con la frase: «Premete il bottone, noi faremo il resto». Vengono perciò abbandonati i pesanti e complicati macchinari utilizzati fino a quel momento.

Fonte: Chiara Barison per il Corriere della Sera.

Il 19 agosto 1839 è la data in cui Daguerre presenta il brevetto del daguerrotipo all’accademia delle scienze e dall’arte di Francia riunite assieme per l’occorrenza.

Fox Talbot inizia a stampare su carta, perché il daguerrotipo è una unica foto positiva su una lastra di rame placcato argento, che non si poteva stampare.

La Kodak No. 1 di George Eastman è una fotocamera leggendaria della storia della fotografia. È il diretto successore dell’originale Kodak, che fu presentato per la prima volta nel 1888, ma la cui produzione fu interrotta nel 1889. La Kodak no. 1 è stata prodotta dal 1889 al 1895. Lo scopo principale della Kodak no. 1 era commercializzare la pellicola in rotolo di Eastman, che Eastman stesso non fu il primo a brevettare, il contenzioso con il reverendo Hannibal Goodwin si trascinò fino al 1898, che Eastman perse.

Kodak no. 1
Kodak no. 1

Il mio banco ottico d’epoca è un Carl Zeiss Jena Anastigmat 1:9, F 317 mm. / large format wooden camera.

È stato acquistato da un museo provinciale privato in Austria, che è stato sciolto di recente.

Il museo è stato fondato da un appassionato di fotografia, che ha istituito una notevole collezione.

Dimensioni approssimative 22*26*34 cm.

È un formato 13*18 cm. e l’ho acquistato ad un’asta online.

Ho ricostruito tutta la parte posteriore, perché mancante ed ho messo una chiusura per bloccare la piastra in legno dell’ottica.

Il vetro è sabbiato, perché non ho trovato un vetro smerigliato; l’ho fatto tagliare agli angoli e forare sui lati per fissarlo con viti alla standarda posteriore.

Ho realizzato in legno una ”U” per alloggiare lo chassis 4X5”, cioè un 10X12 cm.

Il banco ottico è ospitato nella parte bassa della vetrinetta inglese del mio studio, dove ai lati ci sono altri due banchi ottici privi di obiettivi e soffietti.

Ho anche acquistato uno chassis antico 4X5” dei primi del ‘900.

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Creative Photo Awards 2022: annunciati i vincitori!

Lo scatto The False Illusion firmato dal fotografo portoghese André Boto si aggiudica il titolo di vincitore assoluto dell’edizione 2022 del Creative Photo Awards, il concorso dedicato alla fotografia artistica e creativa del Siena Awards, festival internazionale delle arti visive.

L’immagine che arriva da Montijo, in Portogallo, accende i riflettori sull’inquinamento, un problema che sebbene riguardi tutti, troppo spesso viene sottovalutato.

La foto, selezionata fra decine di migliaia di immagini inviate da fotografi di 128 paesi, sarà in mostra assieme alle foto vincitrici delle 17 categorie dell’edizione 2022, in occasione del Siena Awards Festival che si terrà nella città toscana dal 1° ottobre al 20 novembre.

La manifestazione fotografica proporrà anche gli scatti vincitori del SIPA (Siena International Photo Awards), del Drone Photo Awards, nonchè le mostre personali di Danish Siddiqui (fotografo indiano ucciso il 16 luglio 2021 mentre documentava i combattimenti tra le truppe afghane e i talebani), di Ami Vitale, Dan Winters e Peter Mather.

Ci auguriamo che tu possa approfittare di questa occasione speciale per visitare una delle più belle destinazioni del mondo e partecipare agli eventi del Festival Siena Awards, nel corso dei quali avrai anche l’opportunità di incontrare fotografi di fama internazionale provenienti da tutto il mondo.

Comunicazione esito votazione

Gentile Giuseppe,

abbiamo il piacere di comunicarti che il tuo nominativo è rientrato tra quelli dei partecipanti ammessi all’ultima fase del concorso Creative Photo Awards.

Accedi al tuo account al fine di verificare l’esito della votazione e caricare i file HD (non quelli RAW) delle immagini selezionate dalla giuria dopo aver inserito gli Exif data.
Dovresti caricare i file entro le 23.55 (CET) del 18 maggio 2022.

Tuttavia, ti chiediamo di non comunicare l’esito della votazione sui social media e sul web così da garantire che la valutazione da parte dei giurati avvenga in forma anonima!

Maria Panniati
Organising Committee
SIENA AWARDS
maria@sienawards.com

 

Ho partecipato con questa immagine nella categoria SPERIMENTALE

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Una Carl Zeiss Jena Anastigmat ed una Reygondaud Paris.

Ho acquistato una “Carl Zeiss Jena Anastigmat 1:9, F 317 mm.” con il soffietto.

Il venditore precisa:

Ho avuto la possibilità di acquistarlo da un museo provinciale privato in Austria, che è stato sciolto di recente. Il Museo è stato fondato da un appassionato di fotografia, che ha istituito una notevole collezione. Dimensioni approssimative 22X26X34 cm.“.

Ho pensato di fare di due macchine una sola, è un lavoro di precisione, che richiede molta attenzione.
La standarta posteriore ed il fissaggio della piastra dell’ottica del banco ottico che ho già comprato sono difettosi, così come il particolare otturatore posto dietro all’ottica, questo è il problema maggiore.

Sono in vendita due macchine fotografiche, 13X18 cm., entrambe senza soffietto, né accessori, tra cui una Reygondaud Paris in buone condizioni.

Il venditore si racconta:

Pierre Delaunay, fotografo professionista a Ruffec per 40 anni, la città dove è nato nel 1962, come Obelix cadde giovanissimo nella pozione chiamata “rivelatore” (genitori fotografi). Umanista e fotografo sociale, attraverso la sua sensibilità traduce nelle sue immagini l’emozione che emerge dai personaggi. Più volte premiato come ritrattista, espone le sue opere in Francia e anche all’estero. Formatore, giudice e conferenziere internazionale, è uno dei fondatori/organizzatori del festival di fotoreportage Barrobjectif (16). Nel 2003 ha ricevuto un QEP (Qualified European Photographer) in Matrimonio e nel 2005 è diventato il primo MQEP francese (Master Qualified European Photographer). È stato a Bruxelles nel giugno 2012, gli è stato assegnato il suo secondo MQEP e un terzo in Derby in Inghilterra nel giugno 2015“.

 

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Negativo colore dello Still life con bottiglia e bicchieri blu.

Il 26 aprile ho pubblicato un articolo del blog, condiviso sui social, intitolato “Still life bicchieri e bottiglia blu”.

Lo avevo preparato in anticipo, infatti avevo portato a sviluppare soltanto i rulli a colori e B&N il 21 aprile.

Ieri, 10 maggio, ho ritirato gli sviluppi, oggi ho messo le pellicole nello scanner Epson Perfection V700 Photo e vi mostro i risultati.

 

Questa prima immagine l’ho realizzata con l’Horizont, una fotocamera russa che copre i 180°.

questa prima immagine l’ho realizzata con l’Horizont, una fotocamera russa che copre i 180°

 

La seconda immagine l’ho scattata con la Mammina RZ67 Professional, una fotocamera che è stata in progettazione per 12 anni.

la seconda immagine l’ho scattata con la Mammina RZ67 Professional, una fotocamera che è stata in progettazione per 12 anni

 

In questo caso avevo posizionato davanti ai soggetti un cartoncino con quattro colori, nero, due grigi ed un bianco.

L’immagine non rispecchia il giusto colore, soprattutto perché non è calibrata.

Il cartoncino serve per sviluppare i fotogrammi di formato RAW in camera bianca (si chiamano NEF quelli proprietari di Nikon) e per calibrarli con un click di mouse.

 

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Sondaggio per l’Atelier.

Andando da Gabriele Fanetti della Foto Moderna, ho visto che al civico 47 alla destra dello Studio Donati c’è un fondo di 15 mq. in affitto con due bacheche.
Mi presento brevemente, sono Giuseppe Ponticelli, abito e lavoro in via Fiorentina 54/56 a Siena.
Al civico 56 ho il mio studio, la G.P. Comunicazione.
Al civico 54, stesso fabbricato, ho la sala di posa per Still life al piano semi interrato -1S.
Sono nato come fotografo artistico nel 1985 pubblicando la prima mostra e come fotografo soprattutto di Still life, ma anche di moda, nel 1986, come primo assistente di studio del Fotografo Emilio Fabio Simion a Milano, specializzato in food editoriale.
Nel 1988 rientrai a Siena e fondai la Still Life S.r.l.
Dopo altri ruoli, nel 2002 ho fondato la G.P. Comunicazione ed ho esposto la mia seconda mostra artistica.
Oggi la G.P. Comunicazione è soprattutto una Web Agency, offriamo anche grafica pubblicitaria online ed offline, SEO per l’ottimizzazione dei siti internet, ho due collaboratori, un consulente informatico ed un grafico.
Purtroppo non ho più richieste di fotografia, con l’avvento del digitale sono diventati tutti fotografi, non avendo più costi di produzione, scattando molto una foto decente viene fuori!
Non faccio servizi di matrimonio, né foto per il Palio, né servizi a privati.
Mi piacerebbe aprire un atelier accanto allo Studio Donati.
L’insegna: Atelier di Giuseppe Ponticelli.
Nei 15 mq.: un tavolo, un computer iMac 27″, quadri alle pareti con miei lavori
Nelle due bacheche, a sinistra un manifesto della G.P. Comunicazione, a destra degli Still life.
L’atelier sarebbe per me strumentale:
•   avere una vetrina in centro;
•   in via Fiorentina sono nel retro del fabbricato;
•   ricevere potenziali clienti da portare in studio, alla G.P. Comunicazione ed in sala di posa;
•   passerei tutti i lavori di cui non mi occupo allo Studio Donati;
•   lui potrebbe fare altrettanto;
•   saremo un polo completo, la G.P. Comunicazione, lo Studio Donati e la Foto Moderna a pochi metri.
In via di Camollia nella Sovrana Contrada dell’Istrice, sono un Protettore che sostiene economicamente la Contrada, ci sono vari fondi in affitto oppure in vendita.
Il discorso è lo stesso e non mi dilungo ulteriormente.

Fotografia di Still life.
Fotografia di moda.
Fotografia artistica.
Foto di famiglia e di maternità.

Mi consigliare di aprire l’<<Atelier di Giuseppe Ponticelli>> nel centro?
• in via dei Termini a Siena?
• in via di Camollia a Siena?

Vota il sondaggio su LinkedIn:

 

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Inediti di “Geometrie a Confronto”.

In questo studio presento degli inediti di “Geometrie a Confronto”.

La modella Delia Scala, una mia amica ai tempi dell’Università a Pisa, posò per la mia prima mostra fotografica del 1985.

La prima immagine, il particolare di San Giorgio a Siena è colorato a mano.

La seconda è ottenuta con un sandwich di pellicole nell’ingranditore, è una delle due immagini del manifesto.

Anche la terza immagine è colorata a mano.

La quarta presenta un intervento a china intorno al volto.

Anche la quinta immagine presenta un intervento a carboncino e china, con un braccio marmoreo.

La sesta è totalmente un inedito, non fu mai usata, è diversa per i vestiti e la parrucca.

La settima immagine presenta i definitivi di “Geometrie a confronto”, una mostra alla quale tengo molto, realizzata totalmente con il metodo delle maschere e presentata da Roberto Barzanti nel Chiostro di San Cristoforo a Siena.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Still life bicchieri e bottiglia blu.

Il video mostra la mia sala di posa dove allestisco uno Still life, con la Mamiya RZ 67 Professional e la Fuji Istantanea.

Lo Still life, letterariamente “natura morta”, deriva dai pittori fiamminghi, che componevano i loro Still life su un tavolo posto in un torrione con un’alta finestra, che ha dato il nome ai primi softbox, cioè “luce finestra”.

I primi flash della storia moderna furono realizzati modificando il riflettore obiettivo ad infrarosso di un Leopard I.

Luce flash ed infrarosso.

 

 

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Still life di frutta.

Ho fatto uno Still life in sala di posa di frutta, noci e con un bicchiere particolare, decorato in oro con un sottofondo verde, ho usato una fotocamera Bencini Koroll II.

Bencini Koroll II

Macchina fotografica anni ’60made in Italy” dalla Milanese Bencini (CMF) in alluminio pressofuso.
La fotocamera è una medio “mezzo” formato 30x45mm su pellicola 120 che permette di arrivare a scattare 24 fotografie.
Sul retro della fotocamera sono presenti due finestrelle contapose, quando si usa, bisogna far comparire il numero nella prima finestrella, scattare e far avanzare la pellicola fino a quando il numero che era presente a sinistra compare nella finestrella di destra e così via.

 

Anno di Produzione 196_
Formato 30x45mm su pellicola 120 con 24 fotogrammi
Obiettivo Bencini acromatico 55mm f/8
Messa a Fuoco Manuale 1,2m-inf
Otturatore Bencini meccanico a ghigliottina B-1/50-1/100
Esposizione Manuale
Mirino Galileano

 

Ecco la documentazione del lavoro fatto sul set fotografico

 

Questi i risultati

Sono sempre alla ricerca di aberrazioni ottiche da elaborare in post produzione.

sono sempre alla ricerca di aberrazioni ottiche da elaborare in post produzione, in questo caso con pennelli ed Ecoline

 

Da un punto di vista fotografico, il seguente è uno scarso risultato.

È il limite di una macchina d’epoca.

Still life di frutta con bicchiere decorato

stampa in B%N dello Still life di frutta con bicchiere decorato

Piazza della Posta a Siena

Piazza della Posta a Siena

 

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